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Zenga CHIARO: «Il lavoro di Inzaghi va oltre i risultati, Sommer mi ha smentito»

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L’ex portiere dell’Inter, Walter Zenga, presente all’evento della Milano Football Week, ha affrontato diversi temi legati ai nerazzurri

Salito sul palco della Milano Football Week in qualità di ospite, Walter Zenga ha parlato così. Molti i temi affrontati dall’ex portiere dell’Inter.

PARAGONI TRA QUESTA INTER E LA MIA? – «Sono convinto di una cosa: ognuno ha la sua epoca, ognuno ha il suo decennio, ognuno ha il suo periodo. Le cose non si possono paragonare: ci sono momenti diversi. Ho imparato con il passare degli anni a vivere oggi il meglio di me stesso, e a non guardare più indietro. Se torni nel passato non ritrovi più le stesse cose, le persone cambiano, quindi ognuno ha il diritto di vivere la sua epoca al meglio».

SUL PERCORSO – «Da fuori siamo abituati a giudicare: vinci, sei bravo; perdi, non sei nessuno. In realtà il percorso è di 11 mesi, è inevitabile che ci siano alti e bassi e che non puoi tenere sempre lo stesso ritmo. Può succedere di perdere una partita o di essere eliminati da una competizione, ma il percorso di questa Inter è la conseguenza della continuità: sei sempre là, ogni anno, ed è quello che conta».

INZAGHI – «Tutti guardano se un allenatore vince o perde. In realtà il suo ruolo è il più difficile: deve gestire i giocatori, il reparto medico, la gente che lavora nel club, avere una buona relazione con il club stesso, essere un buon comunicatore, essere tutto. Questa è la difficoltà per un allenatore oggi. Può esserci una virgola che messa in un punto o nell’altra e cambia tutto il senso del discorso. Nel mio piccolo il momento dell’allenamento era il più bello. I tifosi, quando vinci, sono contenti, ma quello che vogliono vedere sempre è l’impegno, la passione, l’entusiasmo. A quel punto i tifosi diventano parte integrante della squadra. Se vedono che i giocatori mollano è normale che non ti seguano più. L’attaccamento dei tifosi dell’Inter è la conseguenza del lavoro della società, dell’allenatore e dei giocatori»

SUI PORTIERI E NON SOLO – «Mi ricordo che quando era arrivato Onana molti avevano dei dubbi e poi ha fatto bene, lo stesso con Sommer. Quando è arrivato, io ero uno che all’inizio non ero convintissimo, invece sono stato contento di essere stato smentito. È giusto mettersi di fronte alle proprie opinioni. Quello che ha fatto quest’anno Sommer è stato di altissimo livello, anche perchè è cresciuta molto la squadra. Il calcio cambia, ma quello che non cambia è che se hai un buon portiere, un buon difensore centrale, un buon centrocampista e un attaccante che fa gol alla fine vinci. L’Inter ha cambiato il portiere, ha cambiato Skriniar, Brozovic, Dzeko, Lukaku… Questa è stata la bravura. A mio avviso siamo tornati un po’ agli anni Novanta: un anno vinceva l’Inter, poi la Sampdoria, poi il Napoli, poi il Verona… Negli ultimi 3 anni abbiamo avuto 3 vincitori differenti».

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