Hanno Detto
Zenga: «Chi toglierei al Milan? Sono già senza Theo Hernandez…»
Walter Zenga ha parlato ai microfoni di Gazzetta.it in vista della sfida di domenica sera tra Milan-Inter: le parole del portiere
Walter Zenga ha parlato a Gazzetta.it in vista della sfida di domenica sera tra Milan-Inter. Le sue dichiarazioni.
DERBY DEL CUORE – «Non ne ho uno in particolare. Ne ho giocati da quando avevo 10 anni. Fatico a indicarne uno cui sono più legato. Quando vai avanti nella vita impari a fare tesoro anche delle sconfitte. Prendiamo il famoso gol di Hateley, 5′ dopo ho fatto una parata mostruosa di cui nessuno si ricorda… Se però devo citarne uno, direi il primo giocato e vinto 2-0 con gol di Serena e Muller, nel novembre 1983».
PIU GROSSA DELUSIONE – «Vale lo stesso discorso. Ricordo bene l’enorme delusione nel 1988, quando in coppa Uefa fummo eliminati in casa dal Bayern Monaco. Tre giorni dopo però vincemmo il derby con gol di Serena. Di derby ne ho giocati, vinti e persi tanti. Tutte comunque grandi esperienze».
CHI TOGLIERE AL MILAN – «Il Milan si è già tolto Theo e mi sembra che basti, perché Pioli è stato bravissimo a sparigliare le carte a centrocampo con il francese e Calabria che vengono a giocare dentro. Indipendentemente da chi gioca, ormai hanno un sistema per cui se anche manca qualcuno non ne risentono. I due terzini sono stati decisivi a Bergamo e a Roma. Ibra? Mi piacciono da impazzire quelli come lui, Ribery e Buffon. Perché non è un problema di non mollare. Loro vanno avanti e sono ancora decisivi».
FAVORITO SCUDETTO – «Ad oggi non posso che dire Milan e Napoli. Credo che mai dopo 11 giornate ci sia stata una differenza di 12 punti tra le prime due e la quarta. Vero che l’Inter è terza e non la vedo inferiore rispetto alle capolista. Ora affronterà proprio Milan e Napoli, dovesse perdere il distacco diventerebbe pesante. Ma mancherebbero comunque sei mesi…».
SAN SIRO – «Ho girato il mondo. Anche in Turchia tutte le squadre hanno lo stadio nuovo e di proprietà. Se comandasse il cuore, non c’è nulla come San Siro. Ma se non vogliamo perdere altro terreno rispetto agli altri Paesi dobbiamo darci una mossa. E’ giunto il tempo di guardare al futuro in modo diverso. Anzi, Inter e Milan dovrebbero avere ciascuna il proprio impianto. Ma forse sono troppo avanti io…».