Hanno Detto
Zappi dichiara: «Credo che il VAR a chiamata possa affermare un criterio di giustizia sostanziale»
Zappi, neo presidente dell’AIA è tornato a parlare del VAR a chiamata che è uno dei punti chiave del suo programma
Raggiunto dai microfoni di Radio Anch’io Lo Sport in onda su Radio Rai, il neopresidente dell’AIA Antonio Zappi ha commentato la sua elezione e ha anche parlato del VAR a chiamata nel calcio.
PAROLE – «Sabato abbiamo ottenuto un grande consenso su quella che è una proposta evolutiva del nostro mondo. Vogliamo andare in una direzione di rafforzamento e di centralità delle eccellenze tecniche. Ci dobbiamo svincolare da alcune interferenze politiche che negli ultimi tempi ci hanno creato dei problemi interni. Nel giro di poco tempo, è mia ferma intenzione istituire una direzione tecnica che minimizzi le problematiche che hanno afflitto la classe arbitrale».
LA SUA IDEA SUL VAR A CHIAMATA? – «Premettendo che sarà l’IFAB a decidere tempi e modi, credo che il VAR a chiamata possa affermare un criterio di giustizia sostanziale. A me piacerebbe un sistema all’interno del quale chi esce dal terreno di gioco abbia la certezza e la consapevolezza che la decisione assunta sia quella giusta. Mi piacerebbe un’evoluzione protocollare che vada in questa direzione. Ascolto audio VAR? In un’ottica di piena trasparenza, mi piacerebbe che il calcio seguisse l’esempio del rugby, con la possibilità degli arbitri di spiegare a tutti le decisioni ed evitare a chiunque di poter mantenere qualsiasi retropensiero».
COME SARÀ IL FUTURO DEL RUOLO DI ARBITRO? – «Non immagino un arbitro che sia un mero esecutore di ordini della sala VAR. La sensibilità che si ha sul terreno di gioco per assumere la decisione migliore deve rimanere. Immagino un sistema in cui il capitano o l’allenatore possa avere un potere di on field review. Chi ritiene di aver subìto un torto, deve immaginare di poter alzare la mano e dire ‘arbitro, ritengo di aver subìto un’ingiustizia”, ovviamente in maniera limitata, in cui si possa conservare o perdere il diritto della chiamata a seconda dell’esito del VAR sull’episodio, per evitare così prospettive ostruzionistiche. Ma sarà l’IFAB a dirci come muoverci».
POTREBBERO ESSERE INTRODOTTE LE INTERVISTE AGLI ARBITRI A FINE PARTITA? – «Chi si occupa di comunicazione, sa benissimo che, in un contesto di stress, una parola espressa male davanti a milioni di persone può creare una grande confusione e può essere fuorviante. Ho in mente di istituire un canale tematico col quale spiegare le decisioni arbitrali, nei tempi e nei modi giusti. Immediatamente dopo le gare è complicato immaginare interviste a caldo».
EX CALCIATORI IN SALA VAR, PUÒ ESSERE UN’IDEA? – «Come consulenti tecnici, tutti gli addetti ai lavori sono utili. Includerli direttamente in sala VAR sarebbe eccessivo. Separazione carriere tra arbitri di campo e al VAR? Si deve andare sempre di più verso una specializzazione, sono funzioni essenzialmente diverse».