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Van der Meyde: «Dumfries? Può reggere il confronto con Hakimi, crescerà»

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L’ex nerazzurro racconta il suo connazionale e amico: «Crescerà ancora, dopo la sosta inizia la sua vera stagione»

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Andy Van der Meyde ha raccontato Denzel Dumfries, l’11esimo olandese nella storia dell’Inter.

DUMFRIES – «Vi posso dire che è un combattente nato: non si arrende e fatica. Anzi, se lo sfidate in qualcosa, qualsiasi, state sicuri che lui si impegnerà fino a battervi. In campo poi corre molto, da un’area all’altra, con molta resistenza e forza fisica. Per lui vale una delle parole italiane che ricordo: grinta. Quando l’ho conosciuto sul sedile della mia auto, ho incontrato un ragazzo molto semplice e maturo. Uno che in campo ti ammazza e poi fuori è il più buono del mondo. È il classico acquisto che all’inizio un tifoso guarda con scetticismo, ma che poi conquista tutti»

HAKIMI – «L’allenamento è il pane di Denzel, non è il tipo che perde tempo. Come dite voi? Testa bassa e lavorare. Non deve vivere nell’ombra di Hakimi, uno che può fare la finale dei 100 metri all’Olimpiade. Denzel deve essere se stesso, con i suoi pregi e difetti. Può reggere il confronto: come ho detto, non gli piace perdere un duello, mai»

STAGIONE – «Partiamo dalla sua storia personale: è diventato professionista tardi, intorno ai 18 anni. Quando disse ad Aruba che un giorno avrebbe giocato per l’Olanda, tutti si misero a ridere. Alla fine è diventato capitano del Psv ed è stato il migliore olandese all’Europeo. E crescerà ancora. Ora dopo la sosta inizia la sua vera stagione»

CONSIGLI – «Siamo sempre in contatto, gli dirò qualcosa sulla città e sul club che sono speciali. Anche se non è pieno, San Siro dà i brividi. Per un giocatore che viene dall’Olanda arrivare in Italia è entrare in un altro mondo: pressione, entusiasmo, una lingua diversa»

 

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