Hanno Detto
Thohir: «Suning? Addio al momento giusto. L’Inter torna sempre a galla, lo dice la storia»
L’ex presidente dell’Inter Erick Thohir ha rilasciato una intervista a Il Corriere dello Sport: ecco le sue dichiarazioni
Rompe il silenzio Erick Thohir, che in una intervista a il Corriere dello Sport ha parlato della situazione finanziaria dell’Inter e della presidenza Zhang:
INTER – «L’Inter è stata il miglior club del mondo. Ma quando l’ho presa io, nel 2013, eravamo in pieno periodo di transizione. Sin dall’inizio sono stato chiaro: la mia intenzione era aiutare. Volevamo costruire una squadra che tornasse nel giro di cinque anni tra le prime quatto in Italia e ci restasse. Con i conti a posto. Con uno staff sempre più professionale. Contemporaneamente, riportare l’Inter a essere un marchio appetibile sul mercato internazionale».
CESSIONE A SUNING – «Perché mi hanno convinto con un progetto ambizioso e solido. Nello stesso momento in Indonesia mi avevano proposto la presidenza del comitato olimpico. Non avevo più la possibilità di gestire a dovere il mio tempo. Così ho discusso con Moratti di quale fosse la soluzione migliore per il club. Entrambi siamo innamorati dell’Inter».
IDEE COPIATE – «Per esempio hanno preso Lukaku, un giocatore che avrei tanto voluto acquistare io. Ma non si poteva proprio, all’epoca. Idem per Dzeko: noi ci provammo, la Roma fu più rapida».
GIORNO DELLO SCUDETTO – «Tanta felicità. Per i tifosi, per Steven Zhang, per Moratti. So che dirlo così è banale, ma la mia gioia di quel giorno non lo è stata. Ho subito spedito un messaggio a un amico: Forza Inter, siamo campioni».
SILENZIO – «Preferisco non commentare. Sempre per via dell’amore che nutro nei confronti dell’Inter. E per via di tutto quello che Suning ha fatto per vincere lo scudetto. Una cosa è certa: loro hanno grande rispetto per l’Inter e per gli italiani. Quando verrà il momento di lasciare, lo faranno».
ADDIO SUNING – «Oh, non lo so. Dipende da loro. Se sei innamorato, essere lucidi al momento delle decisioni non è facile. Posso dire che chiunque arrivi e s’impegni a mantenere l’Inter a questi livelli avrà il mio apprezzamento. L’Inter è un patrimonio globale, non solo dei tifosi italiani. Lasciamo che gli Zhang riflettano e trovino eventualmente un acquirente di quel tipo».
FIDUCIA – «Credete nell’Inter. Possiamo avere problemi, ma torniamo sempre a galla. Lo dice la storia. Vale anche per la questione della proprietà. Arriverà il momento e qualcuno che ama l’Inter si farà vivo».
INZAGHI – «Che non mi pare stia andando male. Ha portato stabilità. Non c’è motivo di pensare che l’Inter non possa salire ancora in classifica. A me piace lo stile di Suning, basato su una mentalità imprenditoriale. Per esempio, ai miei tempi era complicato avvicinare il grande calcio all’Asia. Adesso si fa perché si è capito quanto sia rilevante quel mercato».
MANCINI – «Complimenti a lui. Volevamo tenerlo, il tempismo non ci è stato amico. Era la fase di passaggio a Suning del club. Ha deciso lui di andarsene e bisogna rispettare la sua scelta. La forza del calcio sta nei suoi drammi. Anche Antonio Conte è uscito dall’Inter dopo aver vinto lo scudetto. Ha sentito che quella situazione non era più quella giusta per lui, tutto qui. Come fai a discutere un carattere forte come il suo?».
PARTITE DELL’INTER – «Se le seguo ancora? Non solo. Sono rimasto di sasso davanti a Juve-Sassuolo. Mi è piaciuta Lazio-Inter, eppure abbiamo perso 3-1. Dramma, appunto: sta qui la bellezza. L’Atalanta è sempre bella a vedersi, e che modello di business ha! E guardi che io sono tifoso dell’Arsenal».
MORATTI – «Se lo sento? Non quanto prima, ma sì. A proposito, non l’ho ancora chiamato questa volta».
GIOCATORI – «Come no. Anche altri. Qualche giorno fa ho incontrato Marco Materazzi. Ho contatti con Zanetti. Purtroppo il tempo libero non è quello di un tempo».
SCUDETTO INTER – «La squadra è buona. Deve diventare più continua. La difesa è una delle migliori: Bastoni, De Vrij, Skriniar. E poi Barella. Abbiamo cercato dappertutto un giocatore simile, cominciando da Medel, ma non si è mai trovato perché uno così non c’era. Poi sono contento che Brozovic e Perisic siano ancora là».
LUKAKU – «In questo gioco non esistono il giusto e l’ingiusto. Le cose succedono per una ragione. Bravi i professionisti che ci sono adesso ad aver scelto Dzeko e Correa per sostituire Lukaku. Equilibrio, la parola magica è sempre questa».