Hanno Detto
Spinazzola: «Europeo? Non potevo desiderare niente di meglio»
Leonardo Spinazzola ha parlato ai microfoni di Sky Sport, ricordando la vittoria dell’Europeo, soffermandosi anche sulle sue condizioni
Leonardo Spinazzola, esterno della Roma e in passato vicinissimo all’Inter, è tornato sul successo dell’Italia, soffermandosi anche sulle sue condizioni fisiche. Le sue parole a Sky Sport.
CONDIZIONI – «Sto lavorando per recuperare al meglio la condizione, vedo già tanti risultati nel mio tendine».
VITTORIA – «È stato un momento che metto al primo posto calcisticamente. Dopo i figli sono giornate indimenticabili che hanno un altro livello di emozione, ma calcisticamente ed emotivamente non ha paragoni: non potevo desiderare niente di meglio».
INFORTUNIO – «In quel momento ho pensato solo: perché proprio adesso? Dopo mezz’ora però già pensavo al rientro».
MOMENTO PIU’ BELLO – «La partita con l’Austria, che è stata quella più combattuta fino a quel momento. Abbiamo lottato e sudato contro una squadra intensa e aggressiva. Lì abbiamo capito di essere un grande gruppo. Ci siamo riuniti e non abbiamo mai mollato. Quella è stata la prima partita in cui abbiamo sofferto tutti insieme e ci ha unito ancora di più».
MANCINI – «È stato formidabile fin dal primo momento: ce l’ha detto da subito che potevamo vincere: ci ha trasmesso grande serenità. Anche prima della finale grande era tranquillo, poi c’era Luca Vialli che era il saggio della squadra. Diceva poche parole, ma davano sempre un pensiero bello, profondo e nel momento giusto».
OLIMPIADI – «Anche quella è stata una grande emozione: 20 giorni incredibili. Avevo i brividi, forse per quello che avevamo passato anche noi. Sapevo cosa stessero pensando, cosa stessero provando dentro. E hanno fatto davvero la storia, come noi».
COMPAGNI – «Con loro ci sentiamo tutti i giorni, ogni mattina ci diamo il ‘buongiorno’, neanche con mia moglie faccio questo (ride ndr). Ogni tanto inviamo qualche canzone nel gruppo, poi tutti i video con le famiglie in cui facciamo ballare i nostri figli con la musica che ascoltavamo noi. Tutti i giorni ci scriviamo qualcosa».