Hanno Detto
Sneijder: «Inter top in Europa. Lautaro di nuovo in gol? Che strano!». Poi difende quel nerazzurro: «Credetimi quando dico che…»
Sneijder: «Lautaro di nuovo in gol? Che strano!». Poi difende quel nerazzurro: «Credetimi quando dico che…». Parla l’ex nerazzurro
Wesley Sneijder, ex numero 10 dell’Inter, ha parlato a La Gazzetta dello Sport a poche ore dalla semifinale di Supercoppa tra la squadra di Inzaghi e l’Atalanta.
KO IN SUPERCOPPA CON GASPERINI ALL’INTER – «È inutile ricordare quel periodo, è passato tanto tempo, concentriamoci sul presente. La sua Atalanta è l’avversaria più difficile da incontrare in questo momento, ma non è più una sorpresa».
INTER MIGLIOR CENTROCAMPO D’EUROPA? – «Tutta la formazione vale le migliori squadre della Champions, nessuno può dire il contrario… A centrocampo la squadra gioca in velocità, sa inserirsi e tirare. Gestisce i momenti, che per me è la cosa più importante nel calcio. I meccanismi migliorano anno dopo anno: quando riceve palla, oggi Calhanoglu è come una guida di alta montagna, sa a occhi chiusi dove sono i compagni. Mentre Barella e Mkhitaryan giocano più con gli esterni. Poi, quando qualcuno cala, dentro Frattesi e Zielinski».
A CHI SOMIGLIA INZAGHI – «A me sembra che Inzaghi abbia trovato uno stile suo: Simone somiglia soltanto a… Simone. Per il modulo e per l’affetto dei giocatori che sembrano molto, ma molto legati a lui».
DE VRIJ E DUMFRIES – «De Vrij è un diamante, va conservato. È tornato ai suoi livelli, non fa mai polemica, è intelligente. E sono contento del rinnovo di Dumfries, una certezza per l’Inter. È il classico giocatore che fa meglio quando sulla sua fascia arriva un avversario forte. Questo significa personalità oltreché qualità».
LAUTARO – «E poi ha segnato, che strano… (ride, ndr). Non c’è mai stato nessun problema, mai ci sarà. Anche perché la squadra ha sempre realizzato tanti gol e c’è anche Thuram cha fa il suo gran lavoro. La qualità dell’attacco è rimasta uguale grazie anche a quanto fatica senza palla Lautaro. È il volto dell’Inter, un capitano vero».
TAREMI – «Credetemi, ho occhio, io il talento lo riconosco, soprattutto lo vedo da vicino… È bastato un anno nella sua stessa squadra (i qatarioti dell’Al-Gharafa nel 2018-19, ndr) per capire quanto sia forte. Ma conosco anche l’Italia e so che serve tempo per capire la cultura calcistica di una nazione come la vostra. E poi la lingua, le abitudini… Non è facile, soprattutto per chi non è europeo. Nella seconda parte della stagione Taremi sarà utile, anche perché bisogna alternare, soprattutto in attacco».