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Serena si racconta: «Con Berti ho avuto una amicizia terapeutica. Torino guarda al passato, Milano al futuro!»

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Serena ha parlato della differenza tra vincere a Torino e vincere a Milano. Ecco le dichiarazioni dell’ex attaccante di Juve, Inter e Milan

Aldo Serena ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera, nella quale ha parlato di Inter e molto altro. Ecco le dichiarazioni dell’ex attaccante di Juve, Milan e nerazzurri:

PASSIONI – «Mi sono iscritto all’Isef senza dire niente a nessuno, perché Bersellini all’Inter non voleva distrazioni. Ma fin da piccolo con Salgari e Verne mi è sempre piaciuto leggere».

INCONTRI INSOLITI – «Al bar Radetzky di Milano, Ferragosto 1995 in una Milano deserta: entra Bruce Springsten a bere una birra. Ma non voglio disturbarlo o forse temo che risponda male e mi cada un mito: non trovo il coraggio di salutarlo. E dire che quando passai dal Toro alla Juve e dovevo firmare per il prestito a casa del presidente dell’Inter Pellegrini, andai da lui dopo mezzanotte: direttamente dal concerto del Boss».

COMPAGNI – « Ero innamorato di Platini per come giocava: aveva tutto quello che non avevo io. Poi mi sembrava impossibile che po- tesse esistere un calciatore come Scirea: bravo, buono, competitivo ma rispettoso degli altri. Con Nicola Berti ho avuto un’amicizia terapeutica: io portavo solidità ed equilibrio lui mi ha tirato fuori la leggerezza e la spensieratezza».

DIFFERENZA MILANO TORINO – «Torino guarda al passato e io da nostalgico mi sono trovato benissimo. Milano guarda al futuro, brucia tutto. Ma le vittorie me le sono godute ovunque: il primo scudetto alla Juve fu una notte di fuoco».

DIAZ E PICCININI PARTNER PERFETTI – «Sì è vero. Ramon aveva un altruismo unico, insolito per un attaccante. E Sandro è stato la mia fortuna: lui mette la riuscita del prodotto davanti a tutti, anche a sé stesso».

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