San Siro Inter, il nipote di Meazza: «Non abbattetelo!»
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San Siro Inter, parla il nipote di Meazza: «Non abbattetelo! Io interista, vi racconto quell’aneddoto con mio nonno»

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San Siro Inter, parla il nipote di Meazza: «Non abbattetelo! Io interista, vi racconto…». Le parole di Federico sul nuovo stadio

Continua a tener banco in casa Inter, così come in casa Milan, il tema della costruzione del nuovo stadio che dovrebbe sorgere nell’area adiacente all’attuale San Siro. Una persona che ci tiene particolarmente alle sorti della Scala del Calcio è Federico Meazza, nipote del leggendario Giuseppe, il quale è stato intervistato da Tuttosport.

COME STO SEGUENDO LE VICENDE SULLO STADIO? – «Con grande partecipazione, perché ci terrei tantissimo che lo stadio venisse mantenuto e che non venisse abbattuto come giusto che sia. Certo, dovrà essere rinnovato perché l’attuale impianto necessita di un ammodernamento importante, però vorrei che si restasse con la struttura attuale. Certo, una rimodulazione comporterebbe un’importante riduzione della capienza per un paio d’anni, però garantirebbe il mantenimento dello stadio che rimane un gioiello. Spero che venga percorsa questa strada».

LA PERCEZIONE DI SAN SIRO ALL’ESTERO – «Pensate che qua in Spagna dove vivo da tanti anni, gli appassionati di calcio sono fermamente convinti che vi sia questa differenza di nomi ovvero che se gioca l’Inter si chiami “Giuseppe Meazza” mentre se gioca il Milan si chiami “San Siro”. Credo che sia una cosa fi glia di un’informazione sbagliata. E io, tutte le volte, devo spiegare che il nome ufficiale è Meazza mentre San Siro è il nome storico. Ma nonostante tutto, non riesco a fargli cambiare idea (sorride ndr). È come se una piazza italiana cambiasse nome in base ai giorni della settimana. È una cosa curiosa».

UNO STADIO NUOVO ACCANTO A QUELO ATTUALE? – «Come dicevo prima, io sono un tifoso dell’impianto attuale. Sarei felice se Milan e inter acquistassero l’impianto evitando di andare via da Milano. Come piano B, se proprio il Meazza attuale dovesse essere demolito, anche in parte, uno stadio accanto a quello storico sarebbe comunque una buona soluzione. Anche perché la zona, ormai, fa parte dell’immaginario popolare milanese, italiano, europeo e mondiale per quanto riguarda il calcio a Milano. E poi il derby a San Siro è una cosa unica, non me lo immagino altrove».

SAREI FELICE SE MANTENESSE IL NOME? – «Ovviamente sì».

UN ANEDDOTO DI QUANDO ANDAVO A SAN SIRO CON MIO NONNO? – «Io sono interista e c’è un aneddoto divertente, ma per noi nerazzurri anche un po’ amaro. Mio nonno aveva l’abitudine di andare via dieci minuti prima del fischio finale. Eravamo a vedere il derby di ritorno del campionato 1978-79. L’Inter vinceva 2-0 con gol di Oriali e Altobelli, noi andammo via come sempre dieci minuti prima della fi ne e, purtroppo, dal boato dello stadio fuori avevo capito che il Milan aveva pareggiato in quei minuti (doppietta di De Vecchi con gol all’80’ e all’89’). È una cosa che oggi ricordo sorridendo, ma da bambino mi fece piangere molto. Alla fine di quel campionato, poi, il Milan vinse la stella».

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