Hanno Detto

Riva, il figlio ricorda: «Mio padre rifiutò i soldi di Inter, Juve e Milan. Non avrebbe mai potuto…»

Pubblicato

su

Riva, il figlio dell’ex attaccante e leggenda del Cagliari Gigi, ha rilasciato una lunga intervista nella quale ha ricordato vari momenti del padre

Nella giornata odierna il Corriere dell Sera ha pubblicato l’intervista realizzata con Nicola Riva circa la vita e la carriera del padre. Il figlio dell’ex attaccante del Cagliari Gigi ha rilasciato delle dichiarazioni sul percorso – con i rossoblù e non – del campione di Leggiuno. E quel suo possibile trasferimento all’Inter

Le sue parole:

PRIMO RICORDO – «Nella sua casa al mare, dove si trasferiva d’estate nel mese di pausa da dirigente del Cagliari. Sul retro, aveva fatto costruire un campo di calcetto piccolino con l’erba sintetica e ci giocavamo insieme, anche con mio fratello Mauro. Lì, era solo nostro padre».

GOL PIU’ BELLO – «Di sicuro la rovesciata di Vicenza. Ma la partita più bella di tutte, per me, è stata Juventus-Cagliari del 1970. Papà sentiva sulle spalle il peso di tutta l’isola».

SCUDETTO E AMORE DEI SARDI – «Lo scudetto da solo non basta. Papà aveva scelto di restare, rifiutando i soldi della Juve, dell’Inter e del Milan. Aveva dimostrato di amare la Sardegna quanto la Sardegna amava lui. Non sarebbe mai potuto andare via perché non avrebbe potuto abbandonare quella famiglia che aveva trovato in mezzo ai sardi».

L’ULTIMO GIORNO DI GIGI RIVA – «No. Aveva avuto l’infarto di notte, ma lo avevamo ricoverato subito. Però già dalla mattina, quando gli avevano proposto l’intervento e lui aveva risposto ci penso, ho capito Che sapeva come sarebbe finita. Ha scelto lui fino all’ultimo. Ci conforta che ce lo siamo goduto negli ultimi anni».

LA DEPRESSIONE – «Difficile. Ma abbiamo cercato sempre di stargli vicino anche con il silenzio: non servivano parole, ma solo che sapesse che c’eravamo». Cosa l’aveva scatenata? Mi sono interrogato e ho fatto le mie ricerche. Credo che tutto sia legato alla sua infanzia. Papà ha realizzato ilsuo sogno di giocare a calcio. Ma aveva perso il padre a 8 anni, una sorellina a 11, la madre a 16, senza riuscire a condividere il benessere economico che aveva raggiunto. Nonna Edis è stata il suo grande amore e il suo grande rimpianto».

CALCIO MODERNO – «Guardavamo qualsiasi cosa meno che il calcio. Non gli piaceva quello di oggi, non si riconosceva, detestava il Var».

INGRESSO NEL CDA DEL CAGLIARI – «Sì, sono contento (n.d.r.). Soprattutto ho accettato quando sono stato sicuro che mi volevano per il contributo che potevo dare e non per il mio cognome».

Exit mobile version