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Razzismo negli Stadi, interviene la Serie A: il ruolo degli arbitri e l’aiuto della tecnologia

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Una piaga da eliminare negli stadi è il razzismo, lo spiega il Giudice Sportivo della Serie A Gerardo Mastrandrea, i dettagli

Il Giudice Sportivo della Serie A Gerardo Mastrandrea ha parlato del razzismo negli stadi, degli episodi discriminatori e non solo. Ecco le sue importantissime parole alla presentazione della seconda edizione del Codice di Giustizia Sportiva FIGC per combattere il fenomeno: l’Inter e le altre squadre del massimo campionato ascoltano interessate. 

MASTRANDREA – «Noi della giustizia sportiva speriamo di essere all’altezza di questo impianto normativo così ampio. Io sono entrato nella giustizia sportiva che non esistevano codici e neanche massimari, adesso abbiamo un ramo del diritto che ha un suo codice. Noi continuiamo a combattere i fenomeni discriminatori che continuano ad affliggere il nostro mondo. Il codice ha messo in chiaro determinati aspetti: c’è la possibilità di considerare l’adeguatezza dei metodi organizzativi e prevertivi rispetto a questi episodi. Il modello organizzativo non salva la società, non basta averlo ma va valutato in concreto. Non dimentichiamo che il giudice sportivo ha la possibilità anche di dare un anno di condizionale, congelando la sanzione nella speranza che quel fatto non si verifichi nuovamente.

La tecnologia consente l’individuazione dei singoli responsabili ed è una scommessa importante delle società. Vanno responsabilizzate, ma va responsabilizzato anche il pubblico: sarebbe bello vedere la pubblica dissociazione. Sarebbe vedere che, quando allo stadio i pochi fanno partire cori discriminatori, il resto del pubblico condanni apertamente. È un elemento importante, che in qualche caso mi ha portato anche a considerare l’esimente della responsabilità. Sono felice di lasciare agli arbitri la scelta tecnico-discrezionale. Con loro c’è massima collaborazione, si lavora rapidamente sui referti e a volte si tratta di valutare la condotta violenta per calibrare le sanzioni».

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