Padre di Lautaro Martinez: «Stagione sorprendente con l'Inter. Quando lo paragonano ad Haaland penso che...»
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Padre di Lautaro Martinez: «Stagione sorprendente con l’Inter. Quando lo paragonano ad Haaland penso che…»

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Padre di Lautaro Martinez: «Stagione sorprendente con l’Inter. Quando lo paragonano ad Haaland penso che…». Così sul capitano dell’Inter

Intervistato da Tyc Sports, il padre del capitano dell’Inter Lautaro Martinez, Mario, ha parlato del rendimento con il club e con la Nazionale.

ESALTAZIONE – «Abbiamo sempre parlato di come il giocatore debba essere abbastanza maturo in questo senso: sapere che quando fai una serie di gol non credi di essere il migliore e quando hai quella serie negativa di non essere il peggiore».

STAGIONE – «Quest’anno quello che ha fatto in Italia è stato molto bello, molto sorprendente. Ha vinto anche il titolo di capocannoniere. E qui ha iniziato con quell’obiettivo che ha sempre sognato, a cui ha sempre pensato. Ecco perché non è riuscito a realizzarlo al Mondiale, ma non abbiamo mai pensato che quello che ha fatto lì fosse brutto, ma piuttosto che dovesse migliorare alcune cose. Devi sapere che ogni volta che va in Nazionale dà tutto, sia entrando dal minuto zero che dalla panchina. Lo dice sempre. È molto professionale. Pensa sempre a migliorare e al compagno di squadra. L’importante non sono i numeri ma la squadra che vince e continua a scrivere la storia».

CAPARBIETA’ – «Prima di andare al Racing, faceva tre o quattro test ogni anno e mancava sempre qualcosa. La sua insistenza, la sua caparbia voglia di diventare un giocatore professionista e di esordire nel calcio argentino hanno fatto sì che non si arrendesse mai; continuasse sempre a lavorare per migliorare. Le cose che gli dicevano in quei club che gli mancava qualcosa, lui diceva: “Ne ho parlato con i tecnici e ho cercato di migliorarlo”. Era molto maturo in quel momento. Assimilava tutto quello che gli dicevano. Era molto intelligente e sapeva le cose che doveva correggere, le cose che faceva bene, e cercava di incorporare le cose che gli mancavano».

PARAGONI CON HAALAND E KANE – «Queste cose mi emozionano e mi sorprendono. Che il suo nome sia tra le grandi figure del mondo, come padre mi lascia senza parole. Il suo tetto non è ancora arrivato, ha molto altro da dare. Un calciatore di 20 anni può avere una striscia positiva, una piccola estate. Ma 26 o 27 è l’età giusta, quando è già più maturo, la testa e gli obiettivi sono diversi. Fare il capitano non è da tutti, soprattutto in una squadra d’élite come quella in cui milita. Ha avuto anche la fortuna di essere capitano del Racing a 18 anni la personalità e il temperamento che ha fanno sì che ciò che ottieni oggi sia meritato».

CONSIGLIO – «L’unica cosa che posso dirgli è di continuare ad essere come è stato fino ad ora, quel giocatore vincente, con una mentalità vincente»

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