Padovan: «Inter nettamente la più forte» - ESCLUSIVA
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Padovan: «Inter nettamente la più forte, sorpreso dall’esclusione di Palacios. Correa ai margini? È tutta colpa sua!» – ESCLUSIVA

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Le scelte per la lista Champions, il mercato estivo e i problemi della Nazionale raccontati da Giancarlo Padovan, in esclusiva a InterNews24

Le scelte a sorpresa di Inzaghi per la lista Champions, il mercato estivo dei nerazzurri, l’inizio del campionato e gli impegni dell’Italia nella sosta nazionali: questi e tanti altri temi sono stati trattati da Giancarlo Padovan in esclusiva a InterNews24. Il noto giornalista è intervenuto su vari temi legati al calciomercato e all’attualità nerazzurra.

Il campionato di Serie A è iniziato da 3 giornate: cosa ci hanno detto queste prime partite? Quali sono le squadre candidate allo scudetto?
«Ci ha detto innanzitutto che non c’è nessuna squadra a punteggio pieno, e questo è abbastanza sorprendente. Segno evidentemente che c’è un certo equilibrio e che le piccole o le media hanno sorpreso con qualche risultato le grandi, inevitabilmente la partenza è un po’ una partenza falsa. Non c’erano squadre così preparate per fare i 9 punti in 3 partite. Sono dell’avviso che il campionato vero e proprio cominci dopo la pausa. Da lì vedremo chi e come prevarrà. Per quanto riguarda le squadre più attrezzate, mi pare evidente che, anche in queste prime 3 giornate – a parte il pareggio di Genova – l’Inter sia nettamente la più forte. Lo è per organico, per qualità di giocatori che scendono in campo, nell’organizzazione di gioco. È la squadra che produce di più a livello di conclusioni. Tutte queste ragioni pongono l’Inter per me davanti a tutte. Dietro ci metto il Napoli e non posso non metterci questa Juventus, anche se io ero scettico prima che cominciasse il campionato. E poi, nonostante la partenza falsa, io credo ancora all’Atalanta».

L’Inter dopo il pari col Genoa sembra abbia ripreso il cammino dello scorso anno: stavolta con un Thuram in formato bomber. Cosa pensa della sua crescita, soprattutto nel ruolo di numero 9?
«Penso che sia una partenza buona ed importante, però ricordiamoci che Thuram veniva da un Europeo pessimo, deludente. Quindi penso che nella sua crescita ci sia anche molta voglia di dimostrare che non era quello lì, quello che abbiamo visto in Germania. Con la Francia è stato deludente e non ha dimostrato nessuna crescita, ma probabilmente era stanco. Adesso si è riposato, si è ricaricato ed è partito benissimo. Oggi si candida ad essere con Lautaro uno dei marcatori della Serie A, anzi… Per dire la verità segna più di Lautaro, quindi può darsi che lo superi. È importante perché non fa solamente la punta esterna o la seconda punta, ma è una punta a tutto tondo che va in profondità e che segna perché ha più soluzioni per fare gol».

In estate sono arrivati Taremi, Zielinski, Josep Martinez e per ultimo Palacios… come giudica il mercato operato dall’Inter?
«Un buon mercato, non aveva bisogno né di rivoluzioni né di grandi arrivi. Taremi benissimo, è da due anni che dico che è un giocatore fantastico e che le squadre italiane avrebbero fatto bene a prenderlo, già l’anno scorso ma naturalmente è più facile prenderlo quando è svincolato. Zielinski è ancora a zero minuti ma secondo il mio punto di vista è un giocatore di grandissima qualità che arriva a Milano con la voglia di fare, di spaccare e di vincere. Secondo me è arrivato nella squadra e nell’anno giusto».

A proposito di Palacios, si aspettava questa esclusione dalla lista Champions? Si è dato una spiegazione di come mai Inzaghi abbia puntato su Buchanan nonostante sia ancora infortunato?
«Non lo so, non mi son dato una spiegazione ed evidentemente aveva bisogno di un esterno. O pensa che Buchanan sia adattabile a più ruoli, anche se non mi pare. Mi ha sorpreso perché l’Inter ha fatto di tutto per prendere Palacios, l’ha preso e sul più bello non lo mette in lista. Può darsi che sia ancora fuori condizione, ma mi ha sorpreso e non so spiegare l’esclusione».

Un problema che viene sollevato frequentemente relativo alla rosa dell’Inter riguarda l’età media elevata. Secondo lei è un aspetto che può influire in negativo già nel corso di questa stagione o è solo un aspetto che i dirigenti dovranno tenere a mente nella costituzione della rosa del futuro?
«Io credo che l’Inter scelga giocatori maturi perché voglia vincere subito. Ha vinto l’anno scorso, aveva vinto l’anno prima non lo scudetto ma altri 2 trofei, vuole vincere quest’anno sicuramente di nuovo lo scudetto e poi fare bene in Champions. Sceglie giocatori maturi per due ragioni: uno perché presumibilmente è più facile che si svincolino, secondo perché la maturità ti porta a rendere e a pretendere da te stesso il massimo. Credo che non sia un problema per l’oggi, ma più per il domani o il dopodomani. L’Inter ha scelto questi giocatori perché li voleva, non si è posta il problema dell’età. Posto che comunque non sono vecchi, sono maturi».

È rimasto fuori dalla lista anche Correa, che però rimarrà nella rosa nerazzurra per il campionato visto che i dirigenti non sono riusciti a trovargli una sistemazione. Come si spiega l’involuzione avuta dall’argentino?
«Me lo spiego col mancato lavoro, o comunque col poco lavoro che ha fatto. Con la poca convinzione che ha messo nel lavoro, con la scarsa consapevolezza dei suoi mezzi. È tutta colpa sua se è ai margini, perché anche al Marsiglia non ha combinato nulla. Vuol dire che non è un problema né di ambiente, né di allenatore o di sistema di gioco, il problema è suo. Probabilmente ha avuto un paio di stagioni felici, però il suo livello non è quello, forse è questo. O forse non è neanche questo, ma per uscire dalla mediocrità ci vuole buona volontà, applicazione e lavoro. Senza quello c’è superficialità, approssimazione, immaturità e non si è giocatori buoni né per l’Inter né per le altre squadre».

È iniziata la sosta nazionali, con l’Italia che giocherà contro Francia e Israele in Nations League: il blocco Inter ora è un po’ più ridotto rispetto all’europeo. Le assenze di Barella, Darmian e Acerbi pensa che possono influire? E in generale che sensazioni ha per questo nuovo corso?
«Visto com’è andato l’Europeo meglio che qualche assenza ci sia. Oltre a quelle citate, anche Jorginho meglio che non ci sia più. Credo che quelle dell’Inter comunque siano contingenti, Barella si è operato al naso ma altrimenti ci sarebbe stato. Lui è fuori discussione, è un campione. Il problema è che all’Europeo non ha funzionato niente, né il blocco Inter né tutti gli altri. Il CT si è assunto tutte le responsabilità ma non basta, bisogna venir fuori da questo pantano, bisogna fare una buona Nations League, anche se con la Francia è dura. Bisogna anche trovare nuovi giocatori che diano ricambio ai vecchi e bisogna qualificarsi al Mondiale. Non ci sono altri discorsi da fare. Spalletti ha tanto da lavorare, lo sapeva, non può sorprendersi di nulla. Questo è il ruolo del CT, non può sorprendersi del fatto che non si possa lavorare in Nazionale, non può sorprendersi anche degli alti e bassi dei nostri giocatori. Abbiamo vinto un Europeo con molta fortuna, e siamo stati eliminati da quest’ultimo Europeo con grande demerito. Dobbiamo trovare una via felice che ci porti ad essere una squadra rispettata e rispettabile. Per fare questo dobbiamo sondare i nostri giovani migliori, metterli in campo, vedere se hanno la maturità e la personalità per esser titolari in Nazionale. Lavorare su un gruppo certo. Ecco, a me i dentro e fuori/chiama e richiama non piacciono, secondo me ci vuole un gruppo certo, di 20-22 giocatori, perché è l’unico modo per creare una mentalità simile a quella di un club. La sensazione però non è buona: non vedo un CT sereno, non vedo una nazione disposta ad aspettarlo, vedo una critica molto feroce nei confronti della Federcalcio e vedo anche un governo, nella fattispecie un Ministro dello Sport, che non va d’accordo né con la Federazione né col Coni».

Si ringrazia Giancarlo Padovan per la per la disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.

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