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Nuovo San Siro, scontro in comune: i motivi
Nuovo San Siro, altro scontro in comune
Si avvicina la scadenza dell’ultima proroga chiesta da Inter e Milan al Comune di Milano per la consegna di una parte della documentazione necessaria per la realizzazione del nuovo stadio. A quasi due anni dal via libera condizionato del Consiglio comunale al progetto del nuovo impianto milanese, con un ordine del giorno che poneva ben 16 condizioni alle squadre, la maggioranza è ancora divisa sulla realizzazione del nuovo stadio. Come scrive l’Ansa la consegna, lo scorso 6 novembre 2020, dello studio di fattibilità delle squadre al Comune, con le integrazioni richieste dall’amministrazione e dal Consiglio comunale ci sono state nuove richieste di integrazione da parte del Comune e l’ultima proroga di 45 giorni è stata rilasciata lo scorso 27 aprile. I documenti dovrebbero arrivare al Comune il 19 giugno. Queste le posizioni di alcuni dei membri interessati:
TANCREDI – «Aspettiamo le ultime documentazioni nei prossimi giorni – ha confermato il Direttore Area Pianificazione Tematica e Valorizzazione Aree, Giancarlo Tancredi, in commissione L’istruttoria dovrà essere conclusa previa consegna di tutti i documenti e la verifica di tipo amministrativo di tutti i documenti”. Un percorso che avrà come esito finale una nuova delibera di giunta “che confermerà o meno il pubblico interesse».
MONGUZZI – «C’è un’idea urbanistica molto sbagliata su quel pezzo di città. Comanda il Pgt che tutti abbiamo votato o la legge sugli stadi, strumento rivelatosi inadeguato? Io penso che sia la prima e quindi credo che tutti dobbiamo ripensarci un attimo, qui è in gioco non solo quella parte di San Siro ma chi comanda a Milano. Io sono convinto che lo stadio non si farà neanche dopo le elezioni».
GENTILI – Il consigliere del Pd e presidente della commissione Antimafia è tornato sul punto dei titolari effettivi delle società: «L’Inter comunichi i nuovi titolari effettivi rispetto a quanto dichiarato a gennaio – ha detto -. Il tema dei titolari effettivi si sgancia da quello del progetto urbanistico è una questione propedeutica di regole e procedure. Non può essere coperto da riservatezza».
BARBERIS – Il capogruppo del Pd in Comune, Filippo Barberis, ha invece sottolineano come sulla questione dello stadio «noi abbiamo affrontato le divisioni con serietà facendo audizioni e incontri, e siamo arrivati a definire un ordine del giorno molto dettagliato che non era un abbozzo di linea acquiescente. Le squadre hanno fatto importanti passi come da nostra richiesta».
DE PASQUALE – Il capogruppo di Forza Italia, Fabrizio De Pasquale, ha aggiunto invece che «quando abbiamo votato l’ ordine del giorno pensavo fosse un esercizio di sintesi politica per superare le obiezioni. Invece hanno ricominciato a manifestarsi i dubbi, le obiezioni e le richieste che hanno l’obiettivo di scavallare le elezioni perché il tema dello stadio non deve esserci nella campagna elettorale. Quello della maggioranza è un atteggiamento incoerente perché la giunta quando vuole ha fiducia nel privato», ha concluso.
RIZZO – «Finora ci state facendo discutere sul presupposto che bisogna fare uno stadio nuovo e questa non è la mia idea», ha detto il capogruppo di Milano in Comune, Basilio Rizzo. «Dal 1990 a oggi gli investimenti sullo stadio, tra pubblico e privato, sono stati di circa 550 milioni di euro. L’idea che dopo trent’anni si prenda quello che si è investito e lo si trasformi in un simulacro di stadio, penso che debba lasciare qualche perplessità», ha aggiunto il consigliere Pd Rosario Pantaleo, tornando sulla proposta di rifunzionalizzazione del Meazza presentata dall’ingegner Aceti, convocato tra l’altro nella commissione di oggi. «Un progetto alternativo – lo ha definito Pantaleo – che ha le gambe per poter essere sostenuto anche in un contraddittorio con le squadre».