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Michele Serena ricorda il 5 maggio: «Fa ancora male, fissai il vuoto tutto il pomeriggio»

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L’ex difensore dell’Inter Michele Serena è tornato a parlare del tragico 5 maggio 2002 vissuto in maglia nerazzurra

Michele Serena, ex difensore dell’Inter, in una intervista a Il Posticipo è tornato a parlare del 5 maggio 2002 che lui visse sulla panchina nerazzurra.

FIORETTO IN CASO DI VITTORIA – «Ho coronato il mio sogno di bambino. Io sono tifoso nerazzurro. Ero felice quando ho saputo che l’Inter mi voleva. Mi dispiace per i tanti infortuni: senza quelli avrei potuto dare qualcosa in più. E mi dispiace  per lo scudetto perso il 5 maggio. Avevo fatto il fioretto che avrei smesso in caso di vittoria, nonostante avessi un altro anno di contratto. Volevo chiudere con lo scudetto sul petto e con la squadra del cuore».

5 maggio – «Venti giorni prima ero rientrato dopo un anno di stop per infortunio. Ho giocato in casa con la Roma, poi a Firenze dove mi sono strappato. Avevamo stilato una tabella di rientro, contro la Lazio avrei dovuto giocare. Sono state fatte altre scelte e mi sono arrabbiato: è stata l’unica volta in cui ho perso il controllo con un allenatore. Dovevo entrare all’inizio del secondo tempo. Sono passati due-tre minuti e abbiamo preso gol. Mi sarei dovuto scaldare, ma non l’ho fatto: quando eravamo sotto sono entrati solamente gli attaccanti. Poi non ricordo niente. Ho fissato il vuoto con gli occhi sgranati per il resto del pomeriggio. Il secondo tempo mi è scivolato via così. Mi fa male perché nella vita certe cose capitano una volta sola».

COLPA DI CUPER? – «No, assolutamente no. Le responsabilità sono nostre. Pensavamo di andare a Roma e vincere facilmente. La Lazio lottava per un piazzamento Uefa. Le tifoserie delle due squadre sono gemellate. Un’ora prima della gara c’erano sessantamila persone che tifavano per noi: non avevo mai sentito i tifosi ospiti fare i cori per gli avversari. Dovevamo vincere. Probabilmente la settimana di approccio alla partita non è stata adeguata. Dopo quella sconfitta io sono rimasto, pochi mesi dopo però mi sono fatto male di nuovo e non ho più ripreso. Mi arrabbio quando vedo ragazzi che non si impegnano abbastanza. Per me il pallone si è sgonfiato dalla sera alla mattina, un brutto infortunio mi ha portato via la cosa più bella che avevo». 

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