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Materazzi SI SBILANCIA: «Sogno un altro sgarbo al Milan, un’Inter alla Valentino Rossi. Di solito chi arriva peggio vince. Avete visto Zielinski col City? E su Barella…»

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L’ex difensore dell’Inter, Marco Materazzi, ha detto la sua in vista del derby di domenica tra i nerazzurri di Inzaghi e il Milan di Fonseca

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Marco Materazzi ha toccato diversi temi legati all’Inter in vista del derby di domenica in campionato contro il Milan.

SOGNI – «Sogno la settima vittoria consecutiva, sogno un altro sgarbo. Sogno un’Inter che faccia come Valentino Rossi».

CIOÉ? – «Valentino, quando arrivò alla Yamaha, si inventò di tutto per vincere la prima gara. Era insella a una moto che non avrebbe vinto neppure “a spinta”. E invece lui ci riuscì. E quel successo fu un segnale incredibile dato agli avversari, come a dire “ecco chi è il campione”. Prendere tre punti domenica sarebbe un qualcosa di complicato da digerire per i rivali alla corsa scudetto, un duro colpo».

DERBY AGLI ANTIPODI, QUALI RISCHI PER L’INTER? – «Beh, di solito è uno svantaggio
approcciarsi al derby in questo modo, di solito vince chi sta peggio. Ma parliamo dell’Inter.
Parliamo di una squadra che da due anni è la più forte in assoluto in Italia: a prescindere da chi gioca, l’identità è sempre quella. Manchester è stata esemplare in questo senso
».

COSA MI PIACE MAGGIORMENTE DEI NERAZZURRI? – «La sicurezza che trasmettono, contro qualsiasi avversario. E questa cosa rasserena pensando al derby. Visto Zielinski contro il City? Pareva giocare all’Inter da una vita. Adesso quasi non si capisce più chi è titolare e chino in squadra: chi va in campo dà sempre una risposta all’altezza delle aspettative. Quest’anno in
rosa hai messo dentro Zielinski e Taremi, che hanno mandato in panchina Lautaro e Mkhitaryan. E lo dico al di là del pareggio di Monza: non ci fosse stato l’eurogol di Mota, sono convinto che Inzaghi avrebbe portato a casa pure quella vittoria
».

IL RISCHIO DA NON CORRERE – «Non pensare ai sei derby consecutivi già vinti, perché ti farebbero scendere in campo troppo leggero e non sarebbe una buona cosa. Quelle sono
partite che hanno dentro sempre alcune componenti che sfuggono alla logica. Detto questo, ho in testa la settima vittoria di fila, so bene quel che significherebbe. E poi c’è quel numero…
».

SAREBBE? – «Si gioca il 22… come il 22 aprile no? È un buon segno per l’Inter».

SU LAUTARO – «Dico questo: basta che faccia un gol e si torna all’anno scorso. Ma di cosa stiamo parlando? Non ha fatto vacanze, poca preparazione. Ma vince ovunque, con l’Inter e con l’Argentina. È nei 30 del Pallone d’oro: può sembrare un peso forse, ma in realtà è un orgoglio».

COLPITO DA BISSECK? – «Sta imparando da chi ha intorno, gente di 34 o 36 anni come
Darmian e Acerbi. Sta crescendo a vista d’occhio. Ed è la forza dell’Inter, questa: non cambia
mai il rendimento di reparto
».

CHI A CENTROCAMPO NEL DERBY? – «Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan. Visto che partita ha fatto Nicolò col City? Si capisce perché Guardiola lo voleva. Per me vale Rodri, è un ruolo diverso ma è a quel livello lì».

SE HO SENTITO IBRAHIMOVIC DIRE CHE È LUI IL BOSS? – «Mah, non mi fa nessuna impressione onestamente. Diciamo che sono parole che fanno parte del personaggio. Mi viene
da dire questo, da tifoso dell’Inter: spero che il Milan non riprenda mai Paolo Maldini…
».

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