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Marotta: «Pavard, Sanchez, Correa e Lukaku, vi spiego tutto»

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L’amministratore delegato dell’Inter, Beppe Marotta, è intervenuto su alcuni temi nerazzurri tra cui il calciomercato

Intervenuto ai microfoni di  RadioTV Serie A su RDS, l’AD dell’Inter, Beppe Marotta ha risposto a moltissime domande tra calciomercato, nuova e vecchia stagione dei nerazzurri.

PAVARD SI CHIUDE OGGI? – «No, oggi è impossibile ma siamo messi bene, è nostro obbligo essere ambiziosi. Non vogliamo illudere i tifosi, vogliamo tenere alti gli obiettivi. Quali sono? Prendere gente competitiva, d’esperienza, di autorevolezza e deve essere forte. Questa è una delle leggi del calcio: bisogna fare un mix tra giovani e meno giovani, con i soli giovani non si vince».

SODDISFATTO DEL MERCATO? – «Questo è il mio 47° mercato in Italia e siamo molto diversi da quello che era il calcio degli anni ’90, dobbiamo rincorrere operazioni che diano vantaggi. Non siamo più nelle condizioni di fare investimenti, anche nei nostri bilanci il player trading è diventata una caratteristica».

INTER PIÙ O MENO FORTE? – «Per me è competitiva, possiamo fare valutazioni interne soggettive e poi confrontarci con gli avversari. Sono sempre le solite ad essere candidate per lo scudetto. Partiamo alla pari con tutte».

LUKAKU E SAMARDZIC – «Bisognerebbe aprire un altro capitolo. E’ venuta meno un po’ di serietà e di rispetto dei ruoli: alcuni ti dicono sì oggi e domani no. Dobbiamo adattarci ad un sistema cambiato anche nei valori, sono regole della vita e ci si deve stare. Le bandiere non ci sono più, i giocatori sono guidati dai loro agenti. Un giocatore come Mazzola o Rivera restava sempre in un solo club, oggi anche i big si muovono e muovono denaro».

QUANTO HA CONDIZIONATO IL MERCATO LUKAKU? – «Sicuramente, bisogna adattarsi e capire che ci sono situazioni e obiettivi che pensavi di raggiungere e non riesci. L’operazione Lukaku ha lasciato tanta delusione, uso solo questo termine, lui farà la sua strada e noi no. In Italia? Penso di no, non so leggere le dinamiche del Chelsea e sue».

SE INVIDIO UN COLPO ALLE ALTRE SQUADRE? – «No, ci sono squadre che stanno facendo bene. Le società hanno lavorato tutte bene».

RITORNO DI SANCHEZ POSSIBILE? – «Ci sta, Correa vuole spazio e non siamo indifferenti a questo. Non manteniamo i giocatori per forza, Ausilio sta ragionando con lui. Se decide di andare via, cercheremo di accontentarlo. Sanchez è andato via a malincuore e ha mandato segnali di ritorno, questo è vero ed è positivo».

SULL’ADDIO DI ONANA E L’ARRIVO DI SOMMER – «Quando un calciatore viene richiesto da un club più potente e ricco è difficile trattenerlo, davanti a richieste importanti i club italiani devono per forza dire sì. Onana è arrivato a parametro zero ed è stata una bella intuizione di Ausilio, è stata un’operazione assolutamente positiva. Onana guadagnerà di più, noi manager dobbiamo avere un’attività di scouting più pronunciata e trovare il sostituto».

PAURA PER IL MERCATO ARABO? – «Questo fenomeno è arrivato all’improvviso, tante leghe europee non erano pronte e non abbiamo ancora decifrato l’effetto. Dal punto di visto spettacolo sportivo la qualità è scesa, hanno preso 22 giocatori di fascia importante. Non era come la Cina che prendevano giocatore in pre-pensionamento, gli arabi hanno preso giocatori veri e i club europei hanno incassato. Ora dobbiamo negoziare i diritti TV e questa invasione del calcio arabo può incidere. Non escludo possano arrivare altre richieste per calciatori nostri e di altri club ma è impossibile cercare di trasferire giocatori che fanno parte dell’ossatura della squadra».

SU LAUTARO – «Può essere finalizzatore e risolutore, può essere il terminale del nostro gioco. Ha fatto due gol, è molto attivo».

PERCHÉ LA SCELTA ARNAUTOVIC – «Il ruolo del manager è di avere un taccuino di grandi nomi e ambizioni, non riduco il valore di Arnautovic, prima avevamo altri obiettivi. Spiace averlo soffiato al Bologna negli ultimi giorni di mercato».

SU SENSI – «E’ abituato a farci vedere dei bei precampionati, è importante gestirlo dal punto di vista fisico. Se si allena con continuità, può darci un valido rapporto».

INZAGHI PIÙ CONVINTO? – «E’ normale: l’esperienza nasce dal vivere certe emozioni, paradossalmente la sconfitta ti dà la rabbia di voler dimostrare di essere ancora bravi e competitivi. La finale di Champions raggiunta è servita moltissimo. 4-5 anni fa avevamo giocatori che non avevamo mai vinto un titolo, oggi hanno un’autorevolezza diversa. Rinnova? Quando c’è accordo, consenso e condivisione di strategia è chiaro che è automatico».

PERCHÉ LA SCELTA CUADRADO – «Si porta dietro una cultura della vittoria che serve moltissimo. Quando arrivò Pirlo alla Juventus, aveva vinto col Milan. Cuadrado è valido, ha una bella cultura della vittoria alle spalle che abbiamo anche noi. Bisogna mettere insieme l’entusiasmo del giovane e l’esperienza dell’anziano che viene trasmessa anche negli spogliatoi in settimana, la differenza la danno gli anziani. I tifosi dell’Inter hanno un grandissimo amore e la passione non si discute. Abbiamo ricevuto critiche sui social ma anche via mail ma fa parte del gioco: il calcio è cambiato, è evidente che l’amore verso una maglia ti porta ad essere sfiduciato quando pensi che la squadra non può essere completata ma non è così».

L’IMPORTANZA DELL’ALIMENTAZIONE – «Nella classifica generale della stagione bisogna tenere anche conto di figure come giardiniere, cuoco, nutrizionista e magazzinieri ti danno. Possono portare 4-5 punti in più, il nostro nutrizionista l’abbiamo ‘prestato’ alla Nazionale con piacere. L’alimentazione è fondamentale, in passato non era così. Oggi c’è un’altra velocità rispetto al passato, devi essere preparatissimo. Per essere in forma dal punto di vista fisico devi avere una buona alimentazione».

COME GESTIRE LA STAGIONE – «Bisogna gestire lo stress agonistico, confrontarsi con avversari ogni domenica e mercoledì, serve una pianificazione attenta e far giocare chi sta meglio. La Juventus per esempio può pianificare molto bene l’attività sportiva per una partita alla settimana».

INTER FORTUNATA IN CHAMPIONS? – «La fortuna c’è stata ma c’è stato merito, non si arriva per caso in finale di Champions. Rifarei la stagione dell’anno scorso? Lo scudetto coinciderebbe con la seconda stella e sarebbe straordinario».

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