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Marotta CONFESSA: «Un ORGOGLIO indossare la seconda stella!». Poi AMMONISCE le istituzioni sulla mancanza di giovani talenti
Beppe Marotta, presidente dell’Inter, ha rivelato tutto l’orgoglio per la conquista della seconda stella e non solo: le dichiarazioni
Intervenuto all’aula del Consiglio Regionale della Lombardia, Marotta, presidente dell’Inter, ha dichiarato:
PAROLE – «E’ un motivo d’orgoglio essere qui a rappresentare una società che dal 1908 è sul territorio, punto di riferimento anche per il palmares, i traguardi e i successi che ha vinto. Oggi siamo qui a festeggiare un’annata straordinaria perché coincide con la vittoria della Supercoppa Italiana e dello scudetto della seconda stella. E’ motivo di grandissimo orgoglio per poterla poi mettere addosso. Rappresentiamo il territorio di Milano e della Lombardia. Lo facciamo con grande orgoglio e con grande difficoltà. E’ quindi l’occasione di rivolgermi a voi che siete cuore pulsante della politica della Lombardia. Oggi ci sono nove società professionistiche in Lombardia, ben cinque in Serie A. Rappresentano un quarto dell’intero campionato. Quattro di queste sono straniere, questo deve far riflettere. Meno male che sono arrivate le proprietà straniere, ma non dobbiamo mai dimenticare lo scopo principale. Ci rivolgiamo soprattutto alle prime squadre, ma uno degli obiettivi principali per noi è essere un punto sociale, abbiamo a cuore le sorti di centinaia di ragazzi e ragazze, perché oggi dobbiamo sottolineare anche l’importanza del mondo femminile. La mia non è una denuncia, ma mancano strutture e quindi auspico che possiate lavorare per questo aspetto. Il secondo è che lo sport non è più gratuito. Oggi vediamo i processi mediatici per la sconfitta agli Europei, ma questa nasce da molto lontano. E’ qualcosa che dobbiamo affrontare noi come sport e voi come politica. I problemi ce li siamo creati soprattutto per mancanza di talenti e i talenti, per mia memoria, sono nati nei ceti meno abbienti, negli oratori. Oggi questo non è più possibile e non lo è nemmeno partecipare alle attività giovanili delle società dilettantistiche, che devono far pagare delle rette e così tagliano fuori determinati ceti sociali. Ripeto: abbiamo cinque società di Serie A, che producono un fatturato di 7-800 milioni di fatturato, significa avere almeno 200 fornitori. Significa che diamo lavoro a 200 attività e quindi il suo lavoro lo svolge. Ci vantiamo di essere fiore all’occhiello per lo sport. Faccio i complimenti anche ai miei colleghi che hanno svolto un ruolo importante e hanno raggiunto degli obiettivi che danno lustro».