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Marotta: «Trattativa più difficile? Pogba. Su Cassano e Vidal…»

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Si è raccontato a 360° l’ad dell’Inter Marotta, da Pogba a Vidal, passando per Cassano, Agnelli e le proprietà estere

L’attuale ad dell’Inter Beppe Marotta è intervenuto al Teatro Cucinelli di Solomeo dove sono stati annunciati i 25 finalisti della prossima edizione del Golden Boy. Ecco le sue parole, come riportato da Tuttosport.

VARESE – «Da ragazzo abitavo vicino allo stadio di Varese, quel Varese in cui c’era un presidente che era un modello di riferimento. Mi sono appassionato, credo sia fondamentale per tutte le attività. Passione e perseveranza. Sin da piccolo volevo fare questo mestiere, come giocatore ero scarso. Credo che quel Varese che ha vinto tanto era frutto di tante cose, tra cui la competenza».

CARRIERA – «Dopo Varese, vado al Monza. Esisteva ancora l’istituto della compartecipazione, vendetti Casiraghi alla Juve. Poi Como, Ravenna, Venezia dove ho avuto la fortuna di riportare la squadra in A dopo 35 anni».

LAVORARE CON UN GRANDE INDUSTRIALE – «Ho avuto la fortuna di lavorare sempre con presidenti diversi, da Zamparini a Garrone e Agnelli. Devo dire che da ognuno di questi ho appreso qualcosa che arricchiscono il mio bagaglio che ritengo pieno di esperienza».

RAVENNA – «A Ravenna ho fatto l’operazione Vieri. Aveva già fatto vedere le sue qualità».

ZAMPARINI – «Una persona di grande calore umano, magari ogni tanto si manifestava in modo un po’ istintivo. Persona generosa, intuitiva. Con me aveva un rapporto di amicizia, da lui ho imparato molto. Dispiaciuto per la sua mancanza. Un aneddoto? Quando noi dirigenti proponiamo un acquisto, i presidenti sono sempre restii. Invece vi dico questa. Una volta stavo per trattare un giocatore, la richiesta era troppo alta, volevano tre miliardi, ma lui rispose così: “Se vieni a casa senza giocatore ti licenzio, i soldi sono i miei… ».

ATALANTA – «Solo due stagioni, sono stato benissimo. Una società all’avanguardia, se non il migliore è uno dei migliori settori giovanili ancora adesso. Poi ho accettato una sfida, quella di andare in B alla Sampdoria. È stata una mossa vincente, quando ci si sposta bisogna sempre andare in società che sono in difficoltà. Perché lì puoi solo migliorare. Oggi andare a Napoli sarebbe difficile…. ».

VIDAL CASSANO E GHEDDAFI – «Vidal è una eccezione, riusciva fisicamente ad avere un motore che gli faceva sopportare delle serata “diverse”, in campo dava tutto. Alla Sampdoria avevo il figlio di Gheddafi e Cassano». 

TRATTATIVA DIFFICILE IN USCITA – «Quella di Pogba. Lunga e onerosa, è durata tre giorni filati, chiusi in albergo con i dirigenti del Manchester United. Contemporaneamente abbiamo preso Higuain, bisognava però prima cedere Pogba perché non potevo prenderlo senza prima aver ceduto Paul. Avevo chiesto l’autorizzazione a procedere ad Agnelli, è stato un po’ rischioso».

PROPRIETA’ STRANIERE-  «Meno male che sono arrivate le proprietà straniere, non so dove sarebbe arrivato il nostro calcio senza di loro. Abbiamo dovuto acuire l’ingegno, fare di necessità virtù, anche se non facciamo grandissimi investimenti, la proprietà ci garantisce comunque di allestire delle rose competitive. Lo scorso anno siamo arrivati in finale di Champions. Il vantaggio di questa proprietà cinese è che ti lascia lavorare in tranquillità, non ti condiziona».

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