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Malore Eriksen, l’esperto: «Era alle porte dell’aldilà. Kjaer lo ha salvato insieme ai medici»

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Gaetano Thiene, esperto di morte cardiaca improvvisa negli atleti, ha parlato al Corriere della Sera. Le sue parole

Gaetano Thiene, esperto di morte cardiaca improvvisa negli atleti, ha parlato al Corriere della Sera del malore occorso a Christian Eriksen. Le sue parole.

«Christian Eriksen era già alle porte dell’aldilà, la fibrillazione ventricolare è l’anticamera della morte. E invece il miracolo questa volta è avvenuto, gli hanno salvato la vita, la sua è stata una morte improvvisa abortita. È stato un grande successo. Ecco il paradosso. C’erano già stati più di 40 minuti di gioco, ma questo non è un problema per un atleta. Il cuore è capace di prestazioni sportive enormi, di grandi performance meccaniche, ma la stabilità elettrica è un’altra storia, nel cuore di Eriksen c’è stato un cortocircuito».

COMPAGNI – «Per questo dico che andrebbero premiati. Tutti quanti!. Dal compagno di squadra (il capitano Kjaer, ndr) che ha avuto la prontezza di spostargli la lingua per riaprire le vie aeree superiori. Ai medici che per diversi minuti gli hanno praticato il massaggio cardiaco perché il cuore potesse pompare. Eppoi a quelli che hanno usato il defibrillatore. Il defibrillatore è stata una grandissima invenzione, è un salvavita. Se l’hanno usato vuol dire che era in corso una fibrillazione ventricolare, il ragazzo ha perso coscienza, non poteva essere una sincope banale da caldo o da freddo, fosse stato così si sarebbe presto rialzato».

 

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