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Lilin: «Sheriff progetto politico. Ecco come accoglieremo l’Inter»

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Lilin: «Sheriff progetto politico, il calcio ci interessa poco o niente. Accoglienza per l’Inter? Siamo un paese aperto»

Nicolai Lilin, 41enne scrittore da centinaia di migliaia di copie in oltre 30 Paesi, è intervenuto ai microfoni della Gazzetta dello Sport per parlare dello Sheriff e della Transnistria, la regione che ieri ha accolto l’Inter. Le sue parole.

TRANSNISTRIA – «Sono ancora un riservista dell’esercito transnistriano, sergente maggiore delle forze speciali in congedo. Fino ai 65 anni ogni biennio sono obbligato a tornare nel mio paesino per una settimana di esercitazioni militari. Non vedrò il match e non faccio il tifo, ma che si capisca cosa è la Transnistria è un bene per tutti».

REGIONE – «È una scheggia creata dalla frattura dell’Urss. Da sempre un enorme magazzino di armi sovietiche, una piattaforma bellica da attivare in chiave anti-occidentale in caso di aggressione: ancora oggi abbiamo 250 testate nucleari attive. Quando la Moldavia si è, però, resa indipendente e ha guardato a ovest, i problemi si sono acuiti perché tutta la nostra gente era ed è ancora legata all’economia e all’esercito russo. Da lì, la richiesta di diventare una regione indipendente, a statuto speciale, quasi come l’Alto Adige, ma la Moldavia ha mandato i car- rarmati. E invece i transnistriani sono pieni di armi e molto determinati: il rischio era alto, sono dovuti arrivare i russi a separare e garantire la pace. Ma la comunità internazionale ha subito dichiarato il mio Paese illegale e ha sancito un durissimo embargo economico e sanzioni politiche. È vero che siamo un avamposto geopolitico per la Russia in Europa, ma siamo pur sempre circondati da nemici».

CALCIO – «Il calcio ci è sempre interessato poco o niente. Questa squadra è solo un progetto politico per far parlare il mondo della regione. E quindi ben venga. Ma noi gente di Transnistria siamo storicamente legati ad altri sport, dal judo al sambo, dagli scacchi all’atletica. Lo stadio dello Sheriff, però, si riempie: grazie a questo exploit in Champions si è acceso un faro su una realtà più grande».

PRESIDENTE – «Pare che il presidente del club, Victor Gușan, non si faccia fotografare da 20 anni? È semplicemente un agente del Kgb e un uomo forte del gruppo Sheriff. Non dico “ex” agente perché non smetti mai di esserlo: dal Kgb esci solo dentro una bara. Lui è il garante di questo potere e progetto politico che passa anche dai risultati della squadra: nor- male che non si mostri in giro».

POTERE ECONOMICO – «È una holding privata creata quando questa regione è rimasta bloccata, separata dal resto del mondo. Per intenderci, da noi non poteva entrare neanche una bottiglia di latte. Allora, secondo un’idea del Kgb e del governo locale, la piattaforma Sheriff gestisce ogni rapporto economico della Transnistria, aggirando ovviamente le vie legali. È quello che fa vivere la regione in maniera non ufficiale, la più grande risorsa economica del Paese».

INTER – «La squadra trova un Paese aperto, di gente amichevole. Si vive in pace, anche se dietro le quinte dilaga il malaffare. Ed è anche interessante da visitare perché da noi non si è cancellato il passato sovietico. Tiraspol è piccolissima e le strade sono larghe, fatte proprio per spostare mezzi militari, ma ormai vedi più blindati a Milano che lì…».

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