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Lautaro Martinez: «L’anno scorso ho giocato mesi sul dolore. Piangevo e…»

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Il capitano dell’Inter Lautaro Martinez è tornato a parlare del suo infortunio della passata stagione che lo ha costretto a scendere in campo con il dolore

Lautaro Martinez ha parlato a Star+ tornando sull’infortunio e la tribolata stagione che ha dovuto affrontare con l’Inter nelle parti iniziali:

INFORTUNIO «Ho giocato i primi mesi in campionato con un problema alla caviglia. Non volevo fermarmi perché in quel periodo all’Inter erano infortunati anche Lukaku e Correa. Restavo solo io come attaccante e ho giocato prendendo pastiglie e facendo infiltrazioni. Ora ho lo stesso problema, dopo i Mondiali e durante le vacanze dopo la finale di Champions non ho fatto nulla. All’Inter sto giocando come facevo prima. Fino a poco prima della finale di Champions ho preso medicine per poter giocare. Prima del match con gli Emirati Arabi ho parlato con Scaloni e gli ho chiesto di lasciarmi riposare per poter arrivare in buona salute al Mondiale. Con l’Arabia Saudita mi faceva tanto male, avevo fatto un’infiltrazione. Anche col Messico non potevo fare di più»

DOLORE«Il dolore non mi permetteva di allenarmi, di calciare col collo del piede. A volte in alcuni movimenti di arresto e ripresa vedevo le stelle. Ma non ho mollato, ho continuato a provarci, ma poi è diventato impossibile. Volevo spingere sempre di più, ma la mia caviglia stava perdendo sensibilità. Era molto difficile giocare in quel modo. Mi sono chiuso in me stesso, ho pianto, ho passato un brutto periodo nella mia stanza. Ho fatto venire spesso la mia famiglia, mia figlia, perché potessero starmi vicino. Avevo bisogno di felicità e affetto che la famiglia ti regala in quei momenti. Per fortuna le avevo vicino a me. Ho provato a superare quei momenti con loro, è stato difficile perché ero il cannoniere dell’era Scaloni prima del Mondiale»

MONDIALI«Montiel (che ha tirato il rigore decisivo, ndr) stava male, ha pianto quando Scaloni ha comunicato l’ordine dei rigoristi. Io ero il 5° così come lo ero stato con l’Olanda, lui era il 4°. Quando Martinez ha parlato un rigore, ho chiesto a Montiel di lasciarmi il quarto rigore ma mi ha detto di no. Lo avrei voluto prendere a calci, o speravo in un suo errore così avrei tirato io il quinto (ride). Nel caso fosse toccato a me, avevo già deciso di tirare alto, forte, alla sinistra del portiere. Più alto perché Lloris non si tuffava in alto. L’avevo già deciso e me l’ero già immaginato dopo il rigore ai quarti con l’Olanda»

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