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Kempes LODA Lautaro: «Non si diventa capitani dell’Inter per caso, tra le squadre più interessanti d’Europa. E su Palacios penso questo»

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L’ex attaccante argentino, Mario Kempes, ha voluto dire la sua sull’Inter e sul suo capitano, Lautaro Martinez: queste le sue parole

La leggenda argentina, Mario Kempes, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha parlato così del campionato italiano, soffermandosi in particolare su Lautaro Martinez, capitano e trascinatore dell’Inter campione d’Italia in carica.

CRITICHE A LAUTARO? – «Lautaro non si può criticare, si può solo aspettare…».

INIZIO DI CAMPIONATO COL FRENO A MANO? – «Uno come me, che ha vissuto per segnare, guarda il calcio e “misura” gli attaccanti in un certo modo. Lautaro ha per davvero il gol nel Dna, lo sente dentro: questa è la caratteristica che appartiene solo ai veri centravanti. Quindi non bisogna spaventarsi se non ha ancora segnato nella nuova Serie A: è solo questione di tempo, ha dimostrato di saper insistere nei momenti in cui la palla non entra. Quelli capitano a tutti. E quando si sbloccherà, magari non si fermerà più. Bisogna solo capire il momento, Lautaro deve avere il tempo di tornare in forma perché ha avuto molto da fare durante l’estate… (ride, ndr)».

LA VITTORIA DELLA COPA AMERICA DA PROTAGONISTA – «Il calcio è così bello perché alla fine è giusto, dà sempre una possibilità a chi se la merita. E lui la meritava. In Qatar non abbiamo visto il miglior Lautaro per vari motivi, ma è stato decisivo nell’ultima Coppa America. Non possiamo dire quanto questo trofeo lo abbia cambiato, perché Lautaro è
sempre stato forte e poi è ancora presto per dare una valutazione definitiva, ma la vittoria qui negli Stati Uniti gli ha dato una giusta ricompensa e ancora più consapevolezza. Del resto, non si diventa capitani di una squadra come l’Inter per caso
».

INTER LA FAVORITA PER LO SCUDETTO? – «Non posso dirlo con certezza, non ho la giusta conoscenza delle squadre italiane. Certo, anche vedendo la Champions negli ultimi anni, l’Inter è una squadra tra le più interessanti d’Europa. Ha un attacco che mi piace particolarmente, e non solo perché c’è Lautaro…»

PER COSA ALTRO, ALLORA? – «Per un attaccante è decisivo trovare un compagno che in campo ti capisca, e legga i tuoi movimenti. Uno con cui poter giocare la palla e dividere gli spazi: mi pare che Thuram e Lauti si trovino piuttosto bene. In più, hanno preso Taremi che ha esperienza in Champions. Non sappiamo, poi, se Correa tornerà ai vecchi livelli. Vengono tutti da posti del mondo diversi, ma il calcio parla una sola lingua».

CI SARANNO PROBLEMI DI GESTIONE IN ATTACCO? – «No, sia perché a certi livelli la concorrenza serve sempre per motivarsi a vicenda sia perché in Europa avete così tante partite da giocare…».

LAUTARO DICE DI SENTIRSI AL LIVELLO DI MBAPPE E HAALAND – «Certo, ha ragione. Di “9” così ne trovi pochi, lui sta al tavolo dei migliori. Ed è bello che abbia scelto di legarsi alla sua squadra, si vede che Milano per lui è casa. Sentirsi felici in un posto fa tutta la differenza del mondo: non si decide in che squadra giocare solo per i soldi, è sempre il cuore che comanda in qualche modo. Poi quando supererà i 30 anni e avrà vinto altri titoli da capitano, magari Lautaro potrà fare esperienze altrove. Ma perché cambiare adesso?».

SE CONOSCEVO PALACIOS? – «Ammetto di no, ho dovuto googlarlo: spesso è difficile conoscere certi giocatori fuori dalle grandi d’Argentina, ma il fatto che un top club come l’Inter abbia deciso di andarlo a prendere dall’Independiente Rivadavia mi fa pensare che il ragazzo abbia dei numeri».

SU DYBALA – «Vale quello che ho detto prima di Lautaro, nel calcio non esistono solo i soldi, e per Paulo ne ballavano tanti… Anzi, è bellissimo che abbia prevalso ancora la passione. E, magari, anche l’amore per la nazionale: forse avrebbe perso la maglia più importante se avesse lasciato il calcio europeo. A prescindere da quanto tempo giocherà ancora Messi, Dybala vuole stare là dove merita, nel gruppo di Scaloni. Certo, dovrà pian piano ritrovare il suo spazio nella Roma, in cui è arrivato pure un talento come Soulé».

SU NICO GONZALEZ ALLA JUVE – «Anche lui con l’Argentina avrà più spazio visto che non c’è più Di Maria: non era facile trovare posto avendo davanti un campione così. Nico è arrivato al momento di carriera perfetto per fare l’ultimo passo in avanti. Sarà una bella sfida argentina un Inter-Juve con lui e Lautaro».

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