News

Inzaghi Inter, siamo all’INZAGHIBALL 2.0: le NOVITÀ e le soluzioni inedite del gioco di quest’anno

Pubblicato

su

Inzaghi Inter, siamo all’INZAGHIBALL 2.0: le NOVITÀ e le soluzioni inedite del gioco di quest’anno. L’analisi del Corriere dello Sport

Il Corriere dello Sport torna sul bel gioco offerto dall’Inter di Simone Inzaghi nella vittoria contro l’Atalanta ma anche nelle altre prime uscite stagionali contro Genoa e Lecce, analizzando le novità tattiche rispetto alla scorsa stagione e i punti di forza. Si temeva che le avversarie avrebbero potuto in qualche modo prendere delle contromisure dopo la straordinaria stagione dello scorso anno, ma le prime partite di questa nuova Serie A stanno dimostrando come gli schemi del tecnico piacentino restino difficilmente arginabili dai suoi colleghi.

DA DIMARCO A PAVARD – «Per l’Atalanta, invece, non c’è stato scampo. Venerdì sera, infatti, la velocità di esecuzione è stata straordinaria, rendendo la manovra di Lautaro e compagni straripante e incontenibile. Nell’ultima versione dell’Inzaghiball si notano alcune novità, ingranaggi differenti, soluzioni inedite. Ad esempio Dimarco, in alcuni frangenti, ha fatto l’attaccante aggiunto: non sull’esterno, ma proprio dentro l’area. Pavard, invece, era spesso sulla trequarti ad alimentare l’azione offensiva, tanto da aver messo lo zampino nei primi due gol. E il francese ha pure attraversato il campo, facendosi trovare a sinistra».

DA ACERBI A THURAM – «Da notare anche gli avanzamenti di Acerbi: con i centrocampisti più bassi per avviare l’azione, lui si faceva trovare oltre la prima linea del pressing, tanto da guidare l’assalto all’area avversaria. E attenzione pure a Thuram: c’è del lavoro anche nella sua cattiveria sottoporta».

MOVIMENTI CONTINUI E RICERCA DELLO SPAZIO – «Alla base di tutto, però, c’è un principio, che, nel caso di questa Inter, può essere considerato un dogma. Non avendo elementi in grado di creare la superiorità attraverso dribbling e uno contro uno, la squadra di Inzaghi si costruisce la superiorità attraverso i movimenti e lo scambio rapido del pallone. L’obiettivo è aprire uno spazio, un vuoto nella copertura dei rivali, nel quale inserirsi, affondare e fare male. L’Inter risale il campo attraverso una serie di triangolazioni che puntualmente liberano un uomo. E quell’uomo può essere chiunque. Perché nessuno sta fermo».

Exit mobile version