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Inter Udinese, Mkhitaryan treno e collante: la prestazione dell’armeno in numeri

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Eletto a furor di popolo come l’MVP dell’ultima gara contro i friulani, la prestazione del centrocampista è stata totale

A prendersi la scena nella sfida di ieri sera tra Inter ed Udinese è stato Henrikh Mkhitaryan, autore di una prestazione totale, che va oltre il gol del 2 ad 1. Non a caso l’ex Roma è stato eletto come migliore in campo. Il centrocampista armeno ha dato prova di tutte le sue migliori qualità: l’intelligenza tattica, l’aiuto alla squadra, la precisione nei passaggi, le doti balistiche ed una “sorprendente” quantità di chilometri percorsi (considerando l’età anagrafica). I numeri relativi alla sua gara sono stati raccolti dal sito ufficiale della Lega Serie A. La prima rete della partita era arrivata grazie al rigore realizzato da Lukaku, ma la gara per l’Inter si è complicata sul finire del primo tempo per il gol del pareggio di Lovric. Nella ripresa è salito in cattedra il professor Mkhitaryan, decisivo in tutte le zone del campo ed autore della rete del nuovo vantaggio: cross preciso di Dimarco dalla sinistra che premia il suo inserimento a rimorchio dal limite dell’area, pallone colpito col piatto destro che si infila chirurgicamente all’angolino. Sul finale è Lautaro a porre la parola fine alla gara con la rete del 3 ad 1.

Il collante della squadra nerazzurra

Dopo il gol subito e dopo una fase di gioco molto confusionaria tra il 60′ ed il 70′, con azioni continue da una parte e dall’altra, marcature e distanze saltate, palle perse e contropiedi sprecati, Henrikh ha preso in mano il timone della squadra. Mentre la squadra si scollava, lui non lo faceva. Anzi, è stato il suo collante. Centrocampista totale in questo match (nel quale Barella ha fatto una buona prova, ma non eccezionale, e Brozovic ha faticato al ritorno in campo in cabina di regia), ha saputo cucire gli squarci lasciati aperti dalle manovre offensive nerazzurre non concretizzate. Se la maggior parte delle persone ricorderanno la sua prestazione per il gol realizzato, è giusto ricordare anche i suoi numerosi recuperi difensivi: soprattutto il grande salvataggio ad interrompere la ripartenza di Pereyra e quello su Udogie, che gli ha causato la botta che l’ha costretto ad uscire prematuramente dal campo. A fine partita il numero sotto la casella “recuperi” è addirittura di 9: primo in assoluto della squadra insieme ad Acerbi (che di ruolo fa il difensore).

L’armeno che va come un treno

Uno dei cori principali dedicati al calciatore armeno, già dai tempi della Roma, recita: «L’armeno che va come un treno». Sulla carta d’identità c’è scritto 34 anni e la corsa non è una caratteristica che ci si aspetterebbe da una mezzala di qualità come lui. Tuttavia, nel match contro i friulani i suoi numeri relativi alle corse, strappi e chilometri percorsi sono sbalorditivi. È stato il secondo per velocità raggiunta in uno scatto, con 31,74 kh/h (alle spalle del solo Dumfries). Per i chilometri percorsi si classifica al quarto posto con 10.839 km. Gli interisti in questa gara hanno anche scoperto un Mkhitaryan maratoneta.

L’incisività nelle azioni offensive

Il centrocampista numero 22 dell’Inter, prima di realizzare il gol del 2 ad 1 ci aveva già provato al 64′, trovando una grande risposta di Silvestri. Al 71′ recupera lui stesso un pallone in zona offensiva e lancia Dzeko a tu per tu col portiere friulano: il bosniaco spreca un assist al bacio che gli aveva fornito il suo ex compagno in giallorosso. Al 73′, con una prodezza al volo, arriva il meritato premio per una prestazione da incorniciare. Al termine del match è lui il secondo per palloni giocati (83, alle spalle di Bastoni) e passaggi riusciti (54 con l’86% di precisione). Due i passaggi chiave. Primo per palloni giocati in avanti riusciti (36). Simone Inzaghi per decidere il centrocampo da schierare contro il Porto avrà diversi difficili rompicapi da sciogliere. Calhanoglu è stato finora il migliore del reparto, Barella, con alti e bassi, sembra imprescindibile e Brozovic è tornato dall’infortunio. D’altro canto, prima di rinunciare ad una mezzala così decisiva in entrambe le fasi, il tecnico nerazzurro ci dovrà pensare più di una volta.

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