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Inter, Oaktree è già un MODELLO: così ha EVITATO le cessioni dei big

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Inter, Oaktree è già un MODELLO: così ha EVITATO le cessioni dei big. Il fondo americano si sta destreggiando con perizia

Su La Gazzetta dello Sport ampio focus sulla situazione finanziaria dell’Inter in correlazione con le dinamiche del calciomercato Inter.

Oaktree ha in mente un piano a lungo termine e non ha fretta. Si è capito con la chiusura del bilancio 2023-24. Nessuna richiesta di plusvalenze al management per evitare di dover ricapitalizzare in autunno. Gli apporti di equity, funzionali all’operazione nerazzurra, saranno possibili. Funzionali, appunto. Ciò significa che, in un’ottica di valorizzazione dell’asset da rivendere nel giro di alcuni anni, sarà necessario proseguire l’azione di contenimento della spesa già avviata ai tempi di Zhang. Tra il 2020-21 e il 2023-24 l’Inter ha ridotto il costo della rosa di circa 80 milioni, tra stipendi e ammortamenti. E l’effetto si è notato nell’ultima riga del conto economico: da -246 milioni a -140 a -85, fino alla perdita al 30 giugno 2024 stimata tra i 40 e i 50 milioni. Beppe Marotta, promosso a presidente e gravato di maggiori responsabilità, dovrà essere abile a coniugare sostenibilità e competitività.

Una prima, chiara indicazione l’ha data il fondo d’investimento statunitense: i big non si toccano. Anzi, i vari rinnovi contrattuali (allenatore compreso) porteranno nel 2024-25 circa 14 milioni di maggiori stipendi, che si riducono a 8 con la contestuale spalmatura degli ammortamenti. A ciò si aggiungono altri 19 milioni per gli arrivi di Zielinski, Taremi e Martinez. Parallelamente, le uscite già materializzate (Cuadrado, Sanchez, Sensi, Klaassen, Audero) portano circa 24 milioni di risparmi, mentre Correa, anche in caso di permanenza, verrà svalutato nel 2023-24 azzerando la quota residua di ammortamento (8 milioni) nel 2024-25. Queste operazioni sono un chiaro esempio di come si possa conseguire un equilibro contabile senza intaccare il valore della rosa.

Il mercato nerazzurro, chiaramente, registrerà ulteriori entrate ed uscite, soprattutto minori, ma la strada è tracciata. Nella nuova stagione il club potrà contare sulla ventina di milioni in più del main sponsor (dagli 11 di Paramount ai 30 di Betsson) e sui premi del Mondiale per club (anche se molto inferiori alle attese iniziali di 50 milioni per la partecipazione). I ricavi, alla fine, dipenderanno anche dai risultati sportivi, però tutto lascia intendere che il risultato d’esercizio al 30 giugno 2025 vedrà la perdita ridursi ulteriormente e tendere verso il segno più, obiettivo da raggiungere entro il 2026. Poi Oaktree dovrà dedicarsi al bond da 415 milioni, i cui interessi per 30 milioni annui pesano sul conto economico e riducono il margine d’azione degli uomini di mercato. Ma c’è tempo per pensarci, visto che l’obbligazione scade nel 2027

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