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Marotta a tutta Inter: «La trattativa con Zielinski, il rinnovo di Lautaro, ho lasciato la Juve per questo»

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Ospite a Super Tele, l’ad dell’Inter Giuseppe Marotta ha rilasciato dichiarazioni preziose sui temi caldi sul tavolo nerazzurro

Intervistato da Pierluigi Pardo a Super Tele, Beppe Marotta racconta così l’Inter e i temi caldi del momento nerazzurro.

SOCIETA’ «Io sono solo la punta della struttura e per anzianità mi vengono attribuiti meriti. La fortuna dell’Inter è la squadra fuori, a parte Inzaghi, che è il leader. Ma ci sono personaggi come Baccin, Ausilio e Zanetti e la nostras fortuna è questa squadra vincente. Una cosa molto importante». 

ZIELINSKI – «Devo dire che quello che conta è rappresentare una società che è tornata oggi a essere importante come nel 2010. Siamo cercati e ricercati, il discorso di Zielinski? Ho parlato con De Laurentiis, dicendogli che stiamo sondando il terreno nel rispetto delle norme. Ausilio ci dirà come agire, se tutto andrà in porto lo tessereremo per l’anno prossimo. Fa parte delle intuizioni che un’area sportiva deve considerare»

THURAM

«Sempre dimostrato di essere un talento. Ha avuto un infortunio ma la forza di Ausilio e Baccin è stata non mollarlo, siamo riusciti a prenderlo a parametro zero. Operazione importante e grande talento. Bravissimo ragazzo, figlio d’arte ed è importante avere un padre di quello spessore. Per lui primo consigliere ed esperto: bella cosa». 

PARAMETRI ZERO – «Dal lavoro dell’area tecnica, fatta dai ds e dagli osservatori che monitorano i giocatori svincolati e si va a cercare di contattare e negoziare. Non posso dimenticare come sia più noi più facile trattare quando rappresenti l’Inter. Adesso è molto più facile convincere i giocatori rispetto a quando sono arrivati. Abbiamo vinto sei titoli, fatte due finali in Europa, l’Inter è sempre l’Inter, ha un palmares. Sei a Milano e Milano rappresenta per l’aspetto del calciatore e per le loro mogli un’attrazione». 

RINNOVO LAUTARO – «Non abbiamo ansie, non abbiamo giocatori che si svincolano. Vogliamo consolidare i rapporti con chi manifesta attaccamento alla maglia, Lautaro, si è scritto di Barella, analizziamo posizione per posizione, abbiamo garanzie con i contratti per tutti. e ci sono professionisti che stimano il brand rappresentato dall’Inter». 

PERCORSO DI INTER E JUVE – «Tutte le mie esperienze, anche precedenti, sono state importanti nella mia crescita personale. Altrettanto importante quella della Juventus e la cultura della vittoria, perseguire ogni particolare come essenziale per la sopravvivenza e ogni cosa subito da risolvere. L’Inter oggi è una società che ha un percorso di crescita. A Istanbul i giocatori si sono allenati a capire cosa significa vincere e nella sconfitta abbiamo allenato la mente a vincere. Alla Juve da ogni professionista ho tratto spunto per migliorare la mia competenza. Allegri? L’ironia sua fa parte del gioco e serve sempre sdrammatizzare. Poi noi facciamo la nostra strada e la Juve fa la sua». 

RITORNO DI CONTE IN ITALIA

«In questo momento è una risorsa del calcio italiano che farebbe comodo a tante squadre. La speranza è che possa tornare in Italia: dipende molto da lui. Ma spendo delle parole su Inzaghi: considerando il divario di età con Allegri e Conte è un allenatore in crescita. Bravo, dal punto di vista umano e personale, dal punto di vista dell’organizzazione di gioco. E grande merito di questi anni, per la soddisfazione dei tifosi, è stato suo». 

PAVARD – «Non è un parametro zero. Lui è un campione del mondo, Nazionale francese, giocatore molto importante. Ieri ho sentito Stramaccioni e Barzagli sul paragone con Bremer, che abbiamo trattato l’anno scorso. Caratteristiche diverse ma entrambi bene: Pavard è completo, nelle due fasi». 

HO LASCIATO LA JUVE…- «Innanzitutto sono passati tanti anni e torno per simpatia su questa cosa, non voglio più trattare questo argomento. Riconosco solo i 10 anni belli alla Juve. Se la proprietà ha una linea diversa e una strategia diversa il manager fa un passo indietro. L’ho fatto col sorriso sulle labbra perché ho dato alla Juve quanto ricevuto. La Juve voleva ringiovanire il management ed era giusto così. L’operazione Ronaldo non mi trovava in parte d’accordo. Non discuto il calciatore, era impegnativo a livello economico. Ma non è stato quello l’elemento che ha portato alla rottura. È stato un cambiamento fisiologico o un ciclo chiuso».

CON BUDGET ILLIMITATO MAROTTA PORTEREBBE ALL’INTER – «Ce ne sono tanti. Uno? Devo dire una cosa: è molto più difficile avere i soldi a disposizione che non averli. Quando non ce li hai devi essere creativo e lavorare sulle opportunità. Bellingham per esempio mi fa divertire». 

INTER DA CONTE A INZAGHI – «Il ciclo nuovo è cominciato con Spalletti, sviluppato da Conte che ha dato qualità al gruppo, dal punto di vista della mentalità vincente e del gioco. Inzaghi con spensieratezza ha applicato i concetti di un calcio divertente e ha un rapporto ottimo coi calciatori, come se fosse loro compagno. Ogni allenatore rappresenta skill diversi. Devo dare merito a loro tre. Questo gruppo respira aria positiva».

Non solo fatta di risultati, che sono importanti. Ma sono bravi ragazzi, hanno una mentalità bella e importante. Non abbiamo vinto nulla e quindi piedi per terra. Abbiamo 13 punti in più rispetto alla passata stagione a questo punto, un rullino di marcia importante, abbiamo +41 di differenza reti e non mi ricordo una squadra così. Ma non abbiamo vinto nulla e le insidie più grosse ce le abbiamo sui campi di provincia. In quelle gare dobbiamo avere la stessa determinazione vista con la Juve. Là dobbiamo dimostrare di essere una grande squadra. Siamo primi con merito ma il cammino è ancora lungo».

GRUPPO UNITO – «Siamo riusciti, merito di Ausilio – che è una persona spesso sottovalutata col tempo sta dimostrando di essere un bravo ds, ne ho conosciuti tanti e lui è competente – a puntellare l’organico. Devi avere una rosa competitiva e Inzaghi anche in panchina ha giocatori di spessore. Merito della società. Poi lui è bravissimo a valorizzarli». 

ULTIMA ESPERIENZA? «Volete parlare del pensionamento (ride.ndr). Ho allungato il contratto e abbiamo prolungato io e tutto il management. Il mio contratto scade nel 2027 e avrò 70 anni. Essendo innamorato del calcio e dello sport voglio creare una nuova vita e mi piacerebbe occuparmi dal punto di vista politico di calcio». 

ALL’INDOMANI DELLA VITTORIA CON LA JUVE – «Niente, giornata impegnativa. Nessun carosello. Lega Calcio oggi. Grande soddisfazione ma non abbiamo vinto nulla ancora. Una battaglia abbiamo vinto e non la guerra». 

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