Lautaro a DAZN: «Mi sento più maturo: mia figlia mi ha cambiato la vita» - Inter News 24
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Lautaro a DAZN: «Mi sento più maturo: mia figlia mi ha cambiato la vita»

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Il Toro nerazzurro ha ripercorso la sua carriera, e parlato della sua vita familiare, nel corso di uno speciale inonda su DAZN

Ospite dell’episodio due di “Careers”, in onda su DAZN, il centravanti nerazzurro Lautaro Martinez ha raccontato molto di sè: partendo dagli inizi, per finire con la straordinaria esperienza del diventare padre, ecco le parole dell’argentino.

SUGLI INIZI – «Quando giocavo al Liniers mi accompagnava mio padre, che era arrivato a giocare lì: ho tanti bei ricordi, l’emozione di un piccolo che voleva imparare tanto e diventare un calciatore professionista. Avevo i capelli lunghi ma ho dovuto tagliarli perché andavo in piscina e volevano farmi mettere il cappello. Ma mi piacevano. Ero già un attaccante, ma da piccolo ero difensore come mio padre, da libero: poi ho cominciato a giocare esterno perché ero più veloce, mi piaceva fare gol. Mio padre mi voleva attaccante. Anche lui ha questa cosa dello sport che ha sempre avuto: tutti facevamo sport in famiglia. Ma lui ha voluto il basket perché abitavamo in una casa con un campo di fianco: ha cominciato calcio e voleva andare in porta ma non voleva. Poi ha cominciato basket e ora è diventato professionista, ha firmato da poco un contratto: sono orgoglioso di lui perché lavora tanto».

IL DEBUTTO COL RACING – «Un momento unico nella vita di un calciatore. Ho esordito con un giocatore (Milito) che ha fatto la storia del calcio e oggi è un mio amico, ci sentiamo sempre. Mi ha dato una mano sempre quando avevo bisogno, ho imparato tanto da lui. E’ un momento che porto sempre con me. Sapevo cosa significasse lui per il calcio e per il Racing, lui è uscito tra gli applausi e io avevo il sogno di uscire una volta come ha fatto lui. Poi dopo tanto lavoro credo di averlo fatto e sono molto contento».

LA COPA AMERICA – «Emozione unica: la nazionale argentina non alzava una coppa da 28 anni, era il sogno anche di Messi. Era pure il sogno nostro perché era un periodo difficile per tutti: volevamo dare all’Argentina la voglia di passare il momento brutto che stiamo vivendo con la pandemia e dopo anni alzare questa coppa al Maracanà sembrava scritto: un bel ricordo. Io tra i grandi argentini? Non so se è così, sono passati tanti grandi che però non sono riusciti a vincere: sono contento di aver contribuito a questo sogno per tutti noi, la coppa era importante e l’abbiamo vinta con un gran calcio e un grande spirito di squadra. Il Pallone d’Oro di Messi? Non posso dire niente di lui, è il migliore al mondo. Del resto ne ha vinti sette. Questa Copa America per lui è stata importante per vincerlo, l’ha detto anche lui. Gli faccio i complimenti».

SUL VALORE DELLA FAMIGLIA – «Mi viene da piangere, è stato un anno difficile: è la famiglia quella che ti sta sempre dietro. Loro sono la mia vita, ogni giorno che arrivo a casa ci sono loro, sono la mia vita. Quando esulto guardo sempre lì perché da quando è nata la mia bimba mi è cambiata la vita. Sono maturato tanto dentro e fuori dal campo. Lei è una guerriera, è sempre dietro a non farmi cadere e farmi stare sempre sul pezzo. Per un calciatore è importante la famiglia».

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