News
Inter, Inzaghi come Verstappen: cinismo e continuità per laurearsi campione
L’Inter di Simone Inzaghi come la Red Bull di Max Verstappen, cinismo e continuità per mettere il titolo nel mirino
(Approfondimento a cura di Lorenzo Bosca). Incanta, diverte, convince e quel che è più importante…vince l’Inter di Simone Inzaghi. Nemmeno nelle migliori aspettative di precampionato, forse, il tecnico piacentino avrebbe potuto immaginare un inizio di stagione così travolgente. Nelle prime cinque partite della Serie A targata edizione 2023-2024 infatti, i nerazzurri hanno inanellato altrettanti trionfi, mettendo a referto, tra l’altro, ben 14 reti all’attivo ed incassandone appena 1.
Inzaghi ha dato un imprinting “Verstappiano” al proprio percorso: partendo forte e distanziando giro dopo giro la quasi totalità dei propri rivali. Sia chiaro, mentre per il talento olandese il titolo di tre volte campione del mondo gli si è cucito sulla visiera per antonomasia dopo le prime battute del campionato di Formula 1, la parola scudetto lo stratega classe ‘76 preferisce (almeno per il momento) tenerla nel taschino.
Scaramanzia o semplice pragmatismo? Le quotazioni circa la seconda superano di gran lunga la prima. D’altronde il profilo psicologico del timoniere emiliano è ben noto al pubblico di fede meneghina, così come ai giocatori nerazzurri. Esattamente come “Super Max” Inzaghi predilige il lavoro nell’ombra alle roboanti dichiarazioni d’intenti, inseguendo in maniera maniacale (al limite dello spasmodico) di limitare la perfezione e tradurre così l’impegno in vittoria.
Quel che è certo, è che l’avvio di campionato ha palesato in campo un’Inter differente rispetto a quella osservata all’inizio della passata stagione. Dopo la delusione per i fatti di Istanbul l’ex tecnico biancoceleste ha saputo portare un’ondata di rinnovato entusiasmo in quel di Appiano, cucendo un nuovo abito alla propria squadra, forte degli innesti figli del calciomercato.
Un’impresa di non agevole realizzazione per un gruppo che tanto facilmente avrebbe potuto farsi sbaragliare sul lato umano e prestazionale dall’addio di due senatori (Marcelo Brozović e Milan Škriniar), un inedito caso mediatico (il “tradimento” di Romelu Lukaku) e la già menzionata debacle in terra ottomana.
Eppure, al pronti via la Beneamata ha messo in piedi lo stacco-frizione migliore rispetto alle altre compagini, domandando come già esaminato, i primi cinque giri del tracciato tricolore. 2-0 al Monza al Meazza, stesso risultato in Sardegna contro il Cagliari, 4 gol rifilati alla Fiorentina, 5-1 nel derby col Milan e successo per 1 rete a 0 tra le mura del Castellani di Empoli. Risultato: primo posto consolidato con 3 punti in più rispetto proprio ai cugini rossoneri.
Come Verstappen ora Inzaghi insegue i record dei suoi predecessori. Se nell’olimpo della Formula 1 il figlio d’arte di Jos è in scia dei numeri di campioni mitologici assoluti quali Ayrton Senna, Michael Schumacher e Lewis Hamilton, sul trono a tinte nerazzurre l’allenatore emiliano trova i primati di Roberto Mancini, Antonio Conte e Helenio Herrera.
L’attuale commissario tecnico dell’Arabia Saudita nel non lontano 2015 si fermò proprio a cinque successi ininterrotti da inizio campionato, mentre quattro anni più tardi il nativo di Lecce arrivò a toccare quota sei. Record imbattuto il filotto di trionfi di Herrera, che ottenne ben 7 trionfi uno dopo l’altro prima di interrompersi: correva l’anno 1966.
Questa sera dunque, alle ore 20:45 l’Inter avrà modo di scrivere un’altra preziosa pagina della propria storia. Tra le Mura del Mapei Stadium i nerazzurri si preparano a scendere in campo per la quarta gara negli ultimi dieci giorni. Ciononostante sono vietati qualsivoglia tipologia di cali di concentrazione e l’obiettivo rimane univoco: vincere. Inzaghi ha già abbassato la visiera, il Sassuolo è nel mirino.