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Inter, Buchanan si racconta: «Gioco per mio padre. Inter? Pronto per…»

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In una lunga intervista il nuovo acquisto dell’Inter Tajon Buchanan si è raccontato a cuore aperto, ecco i suoi segreti

Chi è Tajon Buchanan? Se lo saranno chiesti eccome i tifosi dell’Inter in questi giorni che hanno portato il talento canedese a vestire la maglia nerazzurra. A rispondere ci ha pensato lui stesso, dove ha svelato i suoi segreti a TSN.

INFANZIA – «Ovviamente è stato un periodo molto buio per me e per tutta la mia famiglia; ma dovevo andare avanti. Tanti pensano che essendo piccolo non ricordi la figura di mio padre, invece io lo ricordo molto bene». 

ARRIVO IN EUROPA – «Volevo giocare in Europa da quando ero ragazzo e ora mi trovo qui, è una cosa incredibile».

CORI TIFOSI BRUGES – «È stata una cosa che non avevo mai provato in tutta la mia vita, è stato sorprendente. Ma è un qualcosa per la quale ho lavorato per tutta la mia vita. La firma col Bruges non mi ha colpito finché non sono arrivato qui. Il Bruges è una squadra da Champions. Ora sono pronto a mostrare cosa posso fare sui più grandi palcoscenici del mondo». 

MESSAGGIO AI DIFENSORI – «Niente, non hanno bisogno di sapere nulla. Siamo solo io e il pallone». 

INIZIO DIFFICILE – «Ma non avevo piani B, se comincio a pensare a piani B allora vuol dire che non centro il mio obiettivo A». 

POI LA SVOLTA – «La gente ha iniziato a prendermi seriamente come calciatore. Quando senti tutto lo staff tecnico che crede in te, tu vuoi solo dimostrare loro che hanno ragione».

PRIMI TOCCHI – «Ho iniziato quando avevo sei anni, in una lega ricreativa per bambini. Mi ci ha portato mio padre. In quel momento sei un bambino, la cosa a cui pensi è goderti la vita e divertirti. Ho pensato che diventare un calciatore professionista avrebbe reso orgoglioso mio padre».  

MAI PENSATO DI NON GIOCARE CON IL CANADA – «Sì, quando fu diramata la lista per il Mondiale Under 20 e non fui convocato. Mi ha fatto molto male, pensavo che non avrei mai avuto queste chance». 

AIUTI RICEVUTI – «Tanta gente ha un ruolo importante, io gioco per loro. E gioco per mio padre, senza la mia famiglia non sarei dove sono». 

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