Hanno Detto
Georgatos sui nerazzurri: «Inter? Può passare alla storia e divenire immortale»
Georgatos, l’ex esterno sinistro dell’Inter, ha parlato della squadra di Inzaghi il giorno dopo il pareggio contro il Milan: le sue dichiarazioni
Grigoris Georgatos, ex esterno sinistro dell’Inter, ha parlato ai microfoni de L’Interista della squadra di Inzaghi il giorno dopo il pareggio contro il Milan nel derby di Coppa Italia terminato 1-1.
SUL DERBY – «Purtroppo ancora aperto, l’Inter non è riuscita a vincere come speravo e come altre volte è accaduto si è mangiata diverse occasioni di fare gol che aveva saputo creare, tenendo così vivo il Milan. Peccato, ma sono fiducioso per il ritorno».
SULLA SFIDA CON IL BAYERN – «Il Bayern ultimamente ha perso diversi giocatori, una cosa che potrebbe essere favorevole per l’Inter. Sarà una partita equilibrata, diciamo 55% Bayern e 45% come pronostico. C’è un leggero vantaggio per i tedeschi, che magari oltre ad essere molto forti hanno lo stimolo di raggiungere la finale in casa a Monaco».
OCCASIONI – «Dico all’Inter di avere la consapevolezza che deve avere una squadra che può davvero raggiungere tutti gli obiettivi, sì. Non deve sentirsi mai appagata, ma deve essere concreta e cinica, cercando di capitalizzare tutto quello che crea. Ci sono momenti in cui paghi qualche errore, nell’arco di una stagione ci può stare, l’Inter deve ora sentire questa fame di voler arrivare al risultato, materializzando tutto il lavoro fatto in stagione. Perché ha un’occasione ghiotta: quella di passare alla storia e divenire immortale. Questo anche grazie alla continuità che l’Inter sta avendo con Inzaghi da 4 anni, uno molto capace a valorizzare tutta la rosa. Va seguito. Con personalità».
SU INZAGHI – «Sicuramente, è uno che amplia molto il gioco, sarebbe stato molto facile per me interpretare le sue richieste in campo. Mi sarei divertito molto con uno come lui».
SU RONALDO IL FENOMENO – «Senza nulla togliere all’Imperatore che era giovane e già fortissimo, non posso che dire Ronaldo. Ho vissuto tanto il Fenomeno, eravamo in stanza assieme, era un attaccante stratosferico, unico. Ne nasce uno ogni 100 anni così. Poi fuori dal campo amavo quanto scherzasse. Mi ha visto il primo giorno che ero un po’ titubante ed è stato il primo a rompere il ghiaccio. Come giocatore è il migliore in assoluto di quelli con cui ho giocato».
SU MATERAZZI – «In campo sì, durissimo, ma fuori un bambinone. Erano due facce della stessa medaglia. Preparava la partita in ogni dettaglio e la sentiva molto in campo. Poi fuori diventava un’altra persona».