Hanno Detto
Frattesi: «Io animale da competizione. Sui social mi verrebbe…»
Il centrocampista dell’Inter Davide Frattesi si è raccontato alla rivista Undici, parlando della sua vita lontano dal campo
Intervistato da Undici, il centrocampista dell’Inter Frattesi ha raccontato così la sua vita fuori dal campo da gioco:
COMPETIZIONE – «Io animale da competizione? Nel calcio sono sempre stato così: è uno switch, divento ipercompetitivo. È una cosa che mi dà una spinta in più. Anche se a volte sono poco paziente: per esempio due anni fa, quando volevo andare via dal Sassuolo. Probabilmente non era ancora il momento, sono stati bravi Carnevali (ad del Sassuolo, nda) e il mio procuratore a convincermi a restare. È stata la scelta giusta, e infatti la grande stagione dell’anno successivo è stata una conseguenza naturale
UMANO – «Sono una persona davvero tranquilla. Mi metto sul divano, gioco, ogni tanto esco, magari mi diverto con le escape room. Non guardo nemmeno calcio in tv, mi annoio. Noi calciatori siamo ragazzi normalissimi: non vedo cosa ci sia tanto di speciale fuori dal campo. Va bene, ci sono quei novanta minuti in cui sei al centro dell’attenzione, ma fuori basta, non c’è niente di straordinario. Social? Mi verrebbe da rispondere a tutti, e farlo a tono. Ma mi mordo la lingua e non lo faccio. Purtroppo viviamo in un mondo in cui la gente, dietro uno schermo, crede di avere il diritto di scrivere quello che vuole. E le persone non si rendono conto che noi calciatori quei commenti ce li leggiamo, e quando diventano venti, cento, mille, diventa pesante. A me non interessa niente, cerco di farmi scivolare tutto. Ma magari c’è qualcun altro che invece ci pensa e ci ripensa, e poi può starci male. Si parla pochissimo del benessere dei calciatori. Ma io sono tranquillo. Sto bene così».
CAPACITA‘ – «Sono una persona davvero tranquilla. Mi metto sul divano, gioco, ogni tanto esco, magari mi diverto con le escape room. Non guardo nemmeno calcio in tv, mi annoio. Noi calciatori siamo ragazzi normalissimi: non vedo cosa ci sia tanto di speciale fuori dal campo. Va bene, ci sono quei novanta minuti in cui sei al centro dell’attenzione, ma fuori basta, non c’è niente di straordinario. Social? Mi verrebbe da rispondere a tutti, e farlo a tono. Ma mi mordo la lingua e non lo faccio. Purtroppo viviamo in un mondo in cui la gente, dietro uno schermo, crede di avere il diritto di scrivere quello che vuole. E le persone non si rendono conto che noi calciatori quei commenti ce li leggiamo, e quando diventano venti, cento, mille, diventa pesante. A me non interessa niente, cerco di farmi scivolare tutto. Ma magari c’è qualcun altro che invece ci pensa e ci ripensa, e poi può starci male. Si parla pochissimo del benessere dei calciatori. Ma io sono tranquillo. Sto bene così»