Hanno Detto
Courtois svela: «Nominammo Lukaku capitano per tirargli su il morale dopo Istanbul»
Il portiere del Real Madrid e del Belgio, Thibaut Courtois, ha raccontato un retroscena sulla scelta di nominare Lukaku capitano
Intervistato dal quotidiano belga De Standaard, Thibaut Courtois svela un retroscena sulla scelta dello spogliatoio del Belgio di nominare Romelu Lukaku come capitano al Mondiale: il motivo ha a che fare con l’Inter e la finale di Champions League persa contro il Manchester City.
LUKAKU CAPITANO – «Era stato nominato capitano del Belgio dopo la sfortunata finale di Champions League, volevano tirargli su il morale. Se l’allenatore me lo avesse spiegato personalmente il lunedì o martedì, non avrei avuto alcun problema. Sarei stato l’ultimo a fare storie al riguardo».
NEI DETTAGLI – «Quella settimana mi chiedevo cosa sarebbe successo. Da parte dell’allenatore non è arrivata nessuna iniziativa. Fino a poche ore prima della partita, quando ha chiamato me e Romelu per spiegarci il piano che aveva in mente. In quel momento è scattato qualcosa in me, non sentivo più l’apprezzamento da parte dell’allenatore e da lì è scattato qualcosa. Contro l’Austria ho giocato al meglio delle mie possibilità, ho fatto anche un’ottima parata, ma dopo la partita mi sono seduto nello spogliatoio con una brutta sensazione. Allora sono andato dall’allenatore per dirgli subito che c’era un problema. Ha reagito con sorpresa e poco dopo ha annunciato in conferenza stampa che mi apprezzava molto. Un’affermazione piuttosto insolita, considerando la nostra conversazione poco prima».
SUL RAPPORTO CON LUKAKU – «Romelu è uno dei miei migliori amici ci conosciamo da quando avevamo tredici anni. Non ho alcun problema con lui, tutt’altro. Tedesco mi ha raccontato sette versioni diverse in merito alla consegna della fascia a Romelu. Prima ha detto che aveva deciso giovedì di fare Romelu capitano, poi è stato venerdì, un’altra volta sabato e anche il giorno dopo la finale di Champions League. Ma non ha mai pensato di fare un gesto rispettoso nei miei confronti, il che significa che lì non c’era sentimento, né tatto. Oppure nessun apprezzamento. Non sto dicendo che avrebbe dovuto essere fatto, ma era un’opzione».