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CorSera, gli esperti: «Eriksen di nuovo in campo? Presto per dirlo»

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Esperti del settore hanno esposto il loro parere sul caso Eriksen e sulle possibilità di recupero e ritorno all’attività agonistica

Il Corriere della Sera ha contattato due esperti del settore per provare a fare luce sul caso Eriksen. Trattasi di Antonio Giuseppe Rebuzzi, professore di Cardiologia al Policlinico Gemelli di Roma, e Pino Capua, primario di Medicina dello Sport al San Camillo di Roma.

CAPUA – «A Copenhagen è successo un miracolo. Inizialmente vanno accertati i danni permanenti, se ce ne sono. In condizioni ottimali, e dopo gli esami necessari, il giocatore potrebbe anche tornare all’attività sportiva. Queste patologie, fortunatamente, sono rare e i controlli del caso potrebbero fare emergere dei sospetti che poi andrebbero verificati. La scienza medica, va ricordato, è spesso imponderabile. Non si ha quasi mai il 100% di sicurezza, nonostante i tanti esami condotti o le misure di prevenzione adottate. Inutile incolpare, qualcuno, queste cose possono succedere».

REBUZZI – «Difficile immaginare che dopo un evento del genere si possa tornare all’attività agonistica. Tuttavia, non è da escludere. Non è chiara, al momento, la causa dell’arresto cardiaco; solitamente è riscontrabile e da ricercare in patologie congenite di difficile diagnosi, come può essere un’alterazione delle coronarie o una displasia aritmogena o ancora la sindrome di Brugada. Servono altri test, altri esami, anche costosi, del tipo che si fanno solo quando si ha un determinato sospetto. Nella sfortuna, il ragazzo è stato fortunato ad avere l’arresto in un luogo circondato da personale preparato».

 

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