Hanno Detto
Correa: «Volevo tornare con Inzaghi. Sogno la Champions con l’Inter»
Le parole in una lunga intervista di Joaquin Correa: l’attaccante argentino commenta i primi mesi con la maglia dell’Inter
Joaquin Correa è stato uno dei protagonisti dell’ultimo match contro lo Spezia, anche senza andare a segno. L’attaccante argentino ha parlato in una lunga intervista al quotidiano Tuttosport.
Un suo primo bilancio all’Inter?
«Positivo. Ho avuto qualche problemino muscolare che mi ha fermato, ma la gente e i compagni mi hanno accolto alla grande. Qui sto bene e ho tanta voglia di togliermi delle soddisfazioni».
In campo sembra all’Inter da una vita. Qual è il segreto?
«Merito del gruppo. Quando in estate si diceva che potevo venire, tanti ragazzi mi hanno scritto per convincermi. E’ stata una spinta in più per dire di sì».
Chi l’ha “tormentata” maggiormente?
(Ride) «Lautaro già quando eravamo insieme in Coppa America mi diceva che dovevo raggiungerlo, poi hanno iniziato Calha e Vidal…».
«La sua è stata una spinta importantissima. Avevo altre soluzioni, ma ho fortemente voluto lavorare di nuovo con lui. E’ un grande allenatore, uno che ti fa stare bene. Alla Lazio ha ottenuto ottimi risultati e ha costruito un gruppo molto unito nel quale tutti sapevano ciò che potevano dare. È un tecnico ambizioso, perfetto per l’Inter».
Qual è la prima dote di Inzaghi che le viene in mente?
«Si fida tanto dei giocatori e gestisce le partite alla perfezione. Quello che prepara e ci dice in settimana si verifica in campo».
Dopo tre anni a Roma si è già adattato alla vita… milanese?
Sente di aver scalato un altro gradino verso l’alto indossando la maglia nerazzurra?
«Penso di sì. L’Estudiantes, la Sampdoria, il Siviglia, la Lazio e ora l’Inter: in passato potevo saltare qualche tappa e andare subito in un top club, ma ho sempre preferito giocare. Per crescere e migliorare. Credo che l’Inter sia arrivata al momento giusto nella mia carriera».
Andrea Ranocchia, suo compagno per sei mesi alla Sampdoria: diceva che era fortissimo, da prendere subito.
«Andrea è un grande… Allora ero per metà del Manchester City, poi la Samp ha acquistato tutto il mio cartellino e io sono stato contento perché non volevo andare al City a fare panchina. Non avrei resistito senza giocare».
All’Inter qualcuno l’ha già ribattezzata “Mister doppietta”: o fa due gol nella stessa partita oppure non segna…
«Allora speriamo che i tifosi si abituino alle mie doppiette. Io vorrei segnare sempre e mi spiace contro lo Spezia di esserci andato solo vicino due volte (ha colpito una traversa, ndr), ma per me in campo la cosa fondamentale è aiutare la squadra a vincere, essere utile. Con assist, movimenti senza palla, dribbling…».
Il suo passaggio per il 3-1 di Martinez contro il Napoli l’avrà esaltata, allora…
«Proprio così. Tanti guardano solo alle reti realizzate, ma io vedo il calcio in una maniera diversa e mi piacciono anche altre cose: capire il momento della gara, giocare con la testa, non risparmiare una corsa per un compagno. Quel passaggio per Lautaro è stato come un gol fatto. Almeno per me».
Qual è stato il Correa migliore visto finora?
«Mi verrebbe da dire quello all’esordio, a Verona, e invece io preferisco quello contro il Napoli».
Cosa chiede al 2022?
«Di regalare tante gioie a una squadra forte come l’Inter. Meritiamo di essere lì in alto in classifica e possiamo restarci perché stiamo crescendo».
L’obiettivo è vincere lo scudetto, quello della seconda stella?
«Sì, certo. Vogliamo ripeterci».
Alle sue spalle ha l’immagine della Champions conquistata dall’Inter a Madrid. Sensazioni?
«Vorrei tanto alzarla anch’io. Insieme alla Coppa del Mondo, è il sogno della mia carriera».