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Condò categorico: «Superlega? Non mi sembra un piano industriale che stia in piedi»

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Il giornalista Paolo Condò ha voluto dire la sua dopo le notizie di oggi sulla Superlega e sulla sentenza della Corte di Giustizia europea

Intervenuto in collegamento per Sky Sport, Paolo Condò ha detto la sua sulla Superlega dopo la sentenza emessa oggi dalla Corte di Giustizia europea su Uefa e Fifa. Ecco la visione del giornalista in merito alle tante notizie di oggi legate alla possibile nuova competizione (alla quale l’Inter si è opposta attraverso un comunicato).

LE PAROLE – «Giornata storica? La storia si scrive dopo. Tra qualche tempo sapremo se quella di oggi è stata una giornata storica, ma sicuramente è successa una cosa molto importante. A Uefa e Fifa è stata tolta l’arma della repressione. C’erano due tipi di problemi nella Superlega: il primo era il problema repressivo, ovvero il fatto che la Uefa poteva squalificare i giocatori e i club che partecipavano a competizioni esterne. Quest’arma non c’è più, la sentenza ha tolto la possibilità di punire gli alternativi.

Adesso alla A22 e agli organizzatori delle competizioni alternative spetta il compito di risolvere il vero problema: convincere i club che la rivoluzione da loro portata avanti per organizzare le grandi manifestazioni possa avere un ritorno economico effettivamente così conveniente da mandare all’aria tutta un’organizzazione che da una sessantina d’anni ci ha garantito degli spettacoli bellissimi. La Champions League che è in corso attualmente per me p la competizione più bella del mondo.

La cosa che più mi ha colpito e deluso è stata quella di sentire una presentazione molto zuccherosa: “le partite saranno gratis”, “i club che non faranno parte di questa organizzazione riceveranno dei compensi ancora superiori a quelli che ricevano oggi”. Mi è sembrato onestamente un libro dei sogni per allocchi e non un piano industriale che stia in piedi. Vorrei capire dove andrebbero a prendere queste risorse».

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