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Calcagno (presidente AIC): «Insulti razzisti ad Akinsanmiro? Non accettiamo che un calciatore possa essere condizionato nella sua professione. Ecco cosa serve fare»
Umberto Calcagno, presidente dell’Aic, ha parlato degli episodi di razzismo che hanno colpito Akinsankmiro della Sampdoria: le parole
Umberto Calcagno, presidente dell’AIC e vicepresidente della FIGC, ha fatto un quadro generale sul problema razzismo nel calcio, alla luce dei recenti episodi che hanno colpito Ebenezer Akinsanmiro, centrocampista della Sampdoria, in prestito dall’Inter, nel match di Serie B contro il Brescia. Ecco le sue dichiarazioni rilasciate in un’intervista all’edizione genovese de La Repubblica.
EPISODI RAZZISMO – «Dal nostro osservatorio “Calciatori sotto tiro”, che presentiamo ogni due anni, evidenziamo che sono aumentati, in generale, gli episodi di violenza nei confronti dei calciatori non solo verbali. Quelli legati al razzismo stanno aumentando sensibilmente, risultano ormai oltre la metà del totale. Un dato preoccupante».
AKINSANMIRO – «Oltre il danno anche la beffa. Non è accettabile che un calciatore possa essere condizionato nella sua professione all’interno di una partita. Siamo sempre a ripeterlo, ma non lo consideriamo un esercizio inutile. Certamente non accettiamo che venga colpevolizzato il gesto di un giocatore, che è, senza dubbio, la vittima in questa situazione».
INTERRUZIONE MATCH – «Le norme esistono e solo il direttore di gara, che è in campo, ha gli elementi per scegliere il giusto comportamento. Devo dire che la nostra classe arbitrale è preparata e ormai sa gestire anche queste situazioni particolari, ma ribadisco che la maggiore responsabilità è di chi gestisce l’ordine pubblico».
COSA PUÒ FARE IL CALCIO – «Abbiamo poco da rimproverarci. Si è cercato di inasprire in modo netto le sanzioni per i tesserati, ma il calcio non può, da solo, sconfiggere una piaga che affligge la nostra società. Lo stadio rappresenta uno specchio delle nostre città. Non alziamo bandiera bianca, ma da soli, diventa difficile».