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Buchanan si racconta: «Sono un’ala nel 4-3-3. Primo gol con l’Inter? Sono state emozioni forti»

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Buchanan ha parlato del suo arrivo all’Inter e ha raccontato alcuni aneddoti della sua esperienza in nerazzurro. Ecco le sue dichiarazioni

Tajon Buchanan ha parlato a Goal.com, raccontando la sua esperienza all’Inter e i primi mesi in Italia. Ecco le sue dichiarazioni:

ARRIVO ALL’INTER – «E’ stato uno di quei momenti ‘wow’ – il suo ricordo -. Ho dovuto trattenere il respiro quando sono entrato nello spogliatoio composto fa giocatori così forti, è un qualcosa che ho sempre sognato. Arrivare da Brampton e ora giocare per una squadra così è una cosa speciale».

Come va con la lingua?
«Sto cercando di imparare l’italiano, è un processo difficile (ride, ndr). Spero di migliorare presto».

Chi ti ha aiutato di più nel tuo inserimento in squadra?
«Molti ragazzi, ovviamente Thuram che parla un ottimo inglese». 

Cosa è cambiato nella Nazionale canadese con il ct Marsch?
«E’ cambiato molto, abbiamo fatto un ottimo percorso in Copa America. Vuole portarci a un livello più alto, questa è una cosa super buona per la Nazionale. Ci sta spingendo nella giusta direzione, sono super grato di poter giocare per lui».

Il tuo ruolo preferito con il Canada?
«Come ala, in un 4-3-3, il mio ruolo naturale, dove posso provare a dare la differenza nell’ultimo terzo di campo».

Il tuo rapporto dentro e fuori dal campo con Alphonso Davies.
«Siamo tutti molto legati in Nazionale, io personalmente soprattutto a Davies e Jonathan David. Quando c’è questo rapporto si vede in campo, lo abbiamo dimostrato e vogliamo migliorare nei prossimi mesi come squadra». 

Raccontaci il tuo primo gol con l’Inter.
«Le emozioni sono state forti, è stato un sogno che si è avverato. E’ accaduto molto presto, sono stato super felice».

Hai mostrato la tua versatilità, giocando a destra e a sinistra.
«Esattamente».

Come è stato affrontare l’Argentina e Messi in Copa America? Avete avuto paura?
«Avevamo già affrontato l’Argentina all’esordio (prima della semifinale, ndr), conoscevamo che tipo di squadra fosse. E’ la migliore al mondo, con i migliori giocatori in circolazione. Abbiamo mostrato grande personalità in quelle partite, abbiamo guadagnato rispetto». 

Che differenza hai visto tra la prima e la seconda partita?
«Io ero infortunato, è stato un momento difficile per me. La squadra è andata a giocarsela con personalità». 

Come hai vissuto il tuo infortunio?
«E’ stato un momento difficile, è successo tutto molto rapidamente. Ricordo che ho guardato la mia gamba e mi sono accorto subito fosse un infortunio serio. Ho avuto il supporto di tutta la squadra, mi hanno scritto un sacco di persone, sono super grato di questa cosa. Gli infortuni fanno parte del gioco, purtroppo è successo, ma ora torno più forte che mai. Voglio dimostrare chi sono davvero come calciatore, fare un passo avanti. Voglio mostrare personalità, segnare gol e fare assist: insomma, fare la differenza». 

Cosa ha significato per te giocare un Mondiale?
«Un sogno, non penso tu possa davvero realizzare quanto grande sia questa cosa. Volevo solo mostrare me stesso come giocatore e che squadra è il Canada».

Il tuo migliore ricordo del Mondiale in Qatar?
«L’assist ad Alphonso (Davies, ndr) per il primo gol nella Coppa del Mondo».

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