Esclusive

Bucciantini: «Inter? Rimandi il ritorno della Juve. Vi racconto l’importanza dei colpi Taremi e Zieliński, per lo scudetto dico…» – ESCLUSIVA 

Pubblicato

su

Marco Bucciantini in esclusiva per InterNews24, da Young Boys Inter alla lotta scudetto, ma anche il derby con la Juve ed il futuro della Nazionale 

La sfida tra Young Boys ed Inter ha palesato ancora una volta l’importanza ricoperta dalla profondità della rosa allenata da Simone Inzaghi. Un risultato figlio dell’azione in sede di mercato del club guidato da Beppe Marotta e della sapiente gestione adoperata dallo stesso allenatore. Una formazione – quella nerazzurra – chiamata ora a confrontarsi con la Juventus nell’attesissimo derby d’Italia, ennesima (possibile) chiave di volta di una stagione che in quel di Milano si prospetta lunga quanto entusiasmante. 

Di questo e di molto altro abbiamo avuto il privilegio di interloquire con Marco Bucciantini. In esclusiva per InterNews24 l’esperto opinionista ha fotografato così la situazione legata al mondo Inter, fino ad allargare l’inquadratura alla Nazionale Italiana del ct Spalletti. Le sue parole: 

Buongiorno Marco Bucciantini, cominciamo proprio dalla partita di ieri sera. Ti aspettavi uno Young Boys Inter bloccata fino alle battute finali?

«Più che bloccata credo sia stata una partita sofferta. Lo Young Boys ha attaccato, ha attaccato anche tanto. Quindi l’Inter ha dovuto lottare a tutto campo, perché è questo quello che succede in Europa. In Europa i metri quadrati del campo sono di più di quelli dei vari campionati, come se si allungasse ed allargasse il campo. Quindi bisogna lottare, soffrire e anche subire. L’Inter ha lottato molto, è cresciuta dentro la partita, così come succede alla squadre tecnicamente superiori nei secondi tempi. Così ha iniziato a creare occasioni limpide. Oltre al gol, ne ha create almeno quattro: il rigore, le due di Zielinski e quella di Bisseck. Alla fine l’Inter è riuscita a crearsi le opportunità per vincere nel finale, quando per gli svizzeri è stato più difficile rimanere su quel livello con cui avevano iniziato».

A proposito dei cambi, quanto è importante per Simone Inzaghi godere di una rosa profonda e saper centellinare al meglio il minutaggio di ogni componente. 

«È decisivo. Ed è decisivo farlo adesso che ci sono le energie e non quando le energie saranno finite e allora non è più un turnover ma diventa una disperata pesca del residuo. Adesso ha molto senso farlo: tenere quanti più giocatori possibili al livello dei titolari. E questo che sta facendo Simone Inzaghi è fondamentale. A volte sento dire ‘poi coi titolari la squadra è migliorata’, eh…grazie (ride, ndr). Migliora perché li puoi usare anche venti minuti a partita. Da Lautaro a Dimarco e Thuram che hanno giocato all’Olimpico. Inzaghi sta prendendo i rischi giusti – e come ha fatto anche l’anno scorso – sta portando tutta una serie di giocatori ad un certo livello di condizione e considerazione. È fondamentale per l’Inter, che quest’anno avrà bisogno di arrivare competitiva su tutti gli obiettivi»

La conoscenza della rosa può essere una carta fondamentale per Inzaghi. L’Inter ha quindi operato bene – in sede di mercato – mantenendo l’ossatura della formazione campione d’Italia?

«Certo! L’Inter può lavorare in continuità. Ha voluto mantenere tutta una serie di giocatori dai quali poteva incassare: Thuram, Dimarco, Barella…o lo stesso Frattesi che è importantissimo. È stato importante tenerli tutti, ma la cosa più importante sono stati gli arrivi di Taremi e di Zielinski. Giocatori che secondo me devono crescere ancora un po’ e devono provare a farlo nei minuti a disposizione. Se Taremi e Zielinski diventano simili ai titolari, beh allora per Inzaghi diventa più facile fare tante scelte. Se invece si vedrà la differenza…le scelte le farà lo stesso, ma a quel punto diventa tutto un po’ più complicato. Quindi sì, per me l’aspetto migliore del mercato sono stati questi due arrivi che vengono da squadre forti, abituati a giocare partite importanti da protagonisti e che ora dovranno diventare protagonisti nell’Inter. Crescendo nei minuti a loro disposizione»

Domenica per l’Inter arriva il derby d’Italia con la Juventus. Ti ha sorpreso la prestazione dei bianconeri in Champions con lo Stoccarda?

«Mi ha sorpreso tanto, è stata una partita diversa rispetto a quelle a cui ci aveva abituato la Juventus. La Juventus ha giocato partite differenti tra campionato e Coppa, ma l’unica differenza era che in coppa riusciva ad attaccare meglio. Per quello che dicevo prima…in Europa il campo è come se fosse più lungo e più largo, perché tutte le squadre attaccano di più. E lì la Juventus ribadiva la sua solidità, la sua organizzazione, ma in più attaccava nella metà campo avversaria. Non a caso ha segnato 6 gol in due partite. In campionato riesce con più difficoltà a creare occasioni limpide nella metà campo avversaria, mentre è straordinaria nella tenuta del campo. Questa (con lo Stoccarda, ndr) invece è stata una partita diversa, dove ha subito dall’inizio alla fine. Quindi si è visto meno sia l’organizzazione che quello che si era visto in Europa appunto: lo sfruttare meglio gli spazi davanti. Secondo me è una squadra a cui manca ancora un po’ di forza sulla trequarti per ora. Perché giocatori come Douglas Luiz, Nico e Koopmeiners in questo momento per ragioni diverse sono calciatori che non ci sono. Non ci sono fisicamente come Nico o Koopmaniers, che stava crescendo e si è fatto male. E non ci sono come in questo momento per appartenenza come Douglas Luiz. Però è una squadra che ha cambiato tanto. Forse quella che ha cambiato più di tutti. È una squadra che può stare 30 metri più in su nel campo ora, può passare ad un’offerta di gioco piacevole. Ha creato un nuovo senso di Juventinità…ed io la Juventus sento che sta tornando

Quindi l’Inter cosa dovrà fare per contrastare la Vecchia Signora?

«L’Inter deve rimandare questo ritorno. L’Inter domenica ha la possibilità di rimandare questo ritorno. Questa non sarà una partita decisiva o che ci dirà chi vince il campionato, come non è una partita che ci dirà chi lo perde. Però è una partita che può servire all’Inter per ritardare questo ritorno della Juventus nella lotta scudetto. Ma la Juventus tornerà secondo me, io vedo una Juventus che cresce…anche se a questo momento non è ancora al livello dell’Inter o del Napoli».

Dunque in un’ipotetica griglia scudetto dietro Inter e Napoli vedi la Juve e poi magari il Milan? 

«Io ci aggiungo anche l’Atalanta per lo scudetto! Per me la lotta è tra queste cinque, ma con una gerarchia: Inter e Napoli sono davanti». 

E per il Napoli quanto può risultare decisiva l’assenza delle Coppe europee, a differenza delle altre che hai citato tutte impegnate nel Vecchio Continente?

«Se una squadra è forte e gioca bene le coppe non sono un problema: il Napoli ha fatto la sua migliore stagione in Champions League quando ha vinto lo scudetto, l’Inter l’ultima volta che ha vinto la Champions ha vinto anche Scudetto e Coppa Italia. Quando una squadra va più gioca e più si diverte, più vince e si sente forte. Però, nel caso del Napoli c’è lo specifico di Antonio Conte, uno che quando arriva in queste situazioni dove deve trasformare un ambiente ha bisogno di cinque giorni a settimana. Quindi nel caso specifico del Napoli di quest’anno è un grandissimo vantaggio non fare le coppe. Ma non è l’unico vantaggio del Napoli questo. Il Napoli ha comprato giocatori forti e di mentalità. Prendendo un allenatore che nella vita peggio che è arrivato in Serie A è stato secondo. Il Napoli quindi lotterà per lo scudetto, anche perché è forte. Io continuo ad avere una preferenza per l’Inter…perché ha una rosa profonda e sono recenti le vette di gioco che ha toccato lo scorso anno. Però il Napoli contenderà lo scudetto all’Inter e a chiunque altro fino alla fine».

Concludiamo con uno sguardo più trasversale sulla Nazionale Italiana. Marco Bucciantini sarà felice se l’Italia…

«Se questa Italia mi darà orgoglio e mi ridarà i Mondiali. L’Italia deve rifare i mondiali, è fondamentale. Ovviamente la Nations League la vivono tutti in maniera competitiva…e comunque ti dà la possibilità di crescere, continuando quel percorso che gli Europei hanno forse interrotto. A riguardo, secondo me nell’Italia si Spalletti gli Europei sono arrivati troppo alla svelta e ci hanno fatto vedere il peggio di tutto. Però questa Italia deve continuare a mostrare quello che ha fatto vedere nelle ultime partite di Nations League, come identità e gioco. Di conseguenza deve essere competitiva e di conseguenza ci deve restituire i mondiali. Non può esistere che due generazioni di ragazzi italiani non abbiamo tifato l’Italia ai mondiali. Perché se non vai ai Mondiali alla lunga rischi di perdere molta della passione di questo sport, alla lunga rischi di perdere la voglia di andare a giocarlo. Se vai a ledere l’immaginario collettivo di un popolo, comprometti anche il vertice di quel popolo in quello sport. Quindi bisogna tornare ai Mondiali perché sono una come una ‘fiera’, un momento che dà molto all’immaginario nazionale dello sport. Ci permettono di giocare e di tifare questo sport appunto. Quindi sì, dall’Italia rivoglio i Mondiali»

Si ringrazia Marco Bucciantini per la disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.

Exit mobile version