Berti: «La seconda stella contro il Milan una figata pazzesca, Marotta per me era già presidente. Taremi un mio idolo, per lo scudetto...» - ESCLUSIVA - Inter News 24
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Berti: «La seconda stella contro il Milan una figata pazzesca, Marotta per me era già presidente. Taremi un mio idolo, per lo scudetto…» – ESCLUSIVA

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I colpi di mercato di Marotta, la seconda stella e le prospettive per il prossimo anno raccontate da Nicola Berti, in esclusiva a InterNews24

Lo scudetto della seconda stella, i colpi messi a segno da Marotta, i rinnovi di Barella e di Lautaro: questi e tanti altri temi sono stati trattati da Nicola Berti in esclusiva a InterNews24. L’ex centrocampista dell’Inter e della Nazionale è intervenuto su vari temi legati al calciomercato e all’attualità, volgendo anche uno sguardo al passato.

La scorsa stagione si è conclusa con la memorabile vittoria dello scudetto della seconda stella, conquistato proprio nel derby in casa del Milan. Che emozioni ha provato e come ha festeggiato questo storico traguardo?
«Emozioni bellissime, avevo detto che avrei voluto guidare il pullman scoperto ma non me l’han fatto guidare. Poi in casa del Milan, una figata pazzesca. Una stagione meravigliosa. A parte la partita contro l’Atletico Madrid non c’è da dire niente a questa Inter. È stata una delle migliori squadre in Europa, annata vincente».

All’Inter un decennio, lo scudetto dei record, tre Coppe UEFA e una Supercoppa italiana. Il ricordo più bello che ha di quegli anni? E invece, se c’è stato, il momento di maggior difficoltà vissuto in nerazzurro?
«Ci son stati momenti belli, brutti, simpatici… Ho avuto la fortuna di avere due presidenti, Pellegrini e Moratti. Il primo giorno di presidenza di Moratti io feci un gol, 1 a 0 col Brescia. Ci sono stati alti e bassi com’è normale che sia in una carriera di un calciatore».

Lei ha avuto come presidenti Pellegrini e Moratti. Da quegli anni ci sono stati diversi cambi al timone dell’Inter, l’ultimo con il passaggio da Zhang a Oaktree. La figura del presidente-tifoso è ormai del tutto scomparsa nel calcio moderno? Che cosa pensa possa portare la nuova proprietà americana?
«Prima era un calcio diverso, i tifosi erano più coinvolti, venivano agli allenamenti ad Appiano Gentile, parlavano con i calciatori. Era tutto più condivisibile. La figura del presidente tifoso non esiste più. La nuova proprietà non la conosco, ma mi sembra stiano facendo bene. Abbiamo poi un Marotta fantastico, per me presidente lo era già. Un tuttofare, non sbaglia un colpo».

La sua opinione sull’acquisto di Taremi e di Zielinski e sul loro infortunio nel corso del precampionato.
«Mi dispiace molto per l’infortunio di Taremi perché è uno dei miei giocatori favoriti, uno dei miei idoli. Il primo è Barella, il secondo è lui. Mi dispiace molto per questo infortunio perché gli farà perdere un po’ di smalto e di forma fisica. Il periodo più sfortunato è adesso, perché quando sei in piena preparazione farsi male può essere un problema per dopo. Magari recuperi in 2 settimane ma perdi quel programma che Inzaghi e lo staff hanno fatto per far sì che sarai in forma per tutta la stagione, perché ricordiamo che quest’anno è una stagione completamente differente con sempre più partite. Dunque peccato per questi due infortuni, specialmente per Taremi e Zielinski».

Un suo pupillo, come ha dichiarato lei stesso più di una volta è Nicolo Barella. Quanto è stato importante il suo rinnovo, arrivato addirittura prima dell’inizio dell’Europeo? A proposito di rinnovi, anche quello di Lautaro è cosa fatta e manca soltanto l’annuncio ufficiale.
«Non vediamo l’ora di cominciare, un grande applauso a Lautaro. Il rinnovo suo e di Barella sono positivi per riprendere il filo della società nuova. Sono rinnovi che fanno capire che sono importanti e che tengono all’Inter, questo è fondamentale, per noi tifosi è fantastico e sono il segno che abbiamo qualcuno dietro».

Un giudizio sugli acquisti fatti finora da Marotta, Ausilio e tutto lo staff mercato.
«Poi gli acquisti che son stati fatti da Marotta, Ausilio e tutti quanti a parametro zero, Taremi, Zielinski… Delle robe pazzesche, questi sono dei colpi fantastici fatti un anno fa. Secondo me c’è solo positività e non vediamo l’ora di cominciare la nuova stagione».

Per concludere sul tema mercato, si è parlato dell’interesse dell’Inter per Chiesa, in scadenza con la Juve nel 2025. Lei cosa ne pensa del possibile colpo a parametro zero? E invece dello scambio con Frattesi?
«Ma sì, ormai è finita questa cosa delle bandiere. A me non dispiacerebbe per niente, anzi, magari… E allo scambio con Frattesi sarei anche favorevole».

Milan di Fonseca, Juve di Motta e Napoli di Conte… Quale la impensierisce di più? Quali le rivali dell’Inter per il prossimo scudetto?
«Io non vedo queste rivali, non lo so… Le rivali ci sono, ma sarà una nuova stagione per tutti e i calendari così sono completamente differenti. La sorpresa? Non so chi può esserlo, l’Atalanta ma ha perso Scamacca. Secondo me o il Napoli di Conte, o il Milan di Fonseca visto che lo scorso anno non sono andate benissimo».

Le chiedo una riflessione sul calcio italiano. L’Italia manca la qualificazione agli ultimi 2 mondiali, e anche quest’ultimo europeo è stato piuttosto deludente. Lei si è dato una spiegazione di questo periodo negativo che comincia a durare da troppo tempo? È il talento che manca in Italia?
«Un disastro, bisogna intervenire sui settori giovanili, non lo so, bisogna studiare qualcosa… Escono pochi ragazzi. La squadra era anche forte ma se non ci si qualifica mi sembra molto strano. Secondo me il potenziale c’è ma ci sarebbe da fare una cosa a monte, ma sarebbe lungo da spiegare».

Finiamo con un dolce ricordo e una provocazione. I tifosi interisti hanno impressi nella mente il suo meraviglioso gol realizzato in coppa UEFA contro il Bayern Monaco, con quella progressione palla al piede per quasi tutto il campo fino alla porta. Erano meglio le sue galoppate palla al piede o quelle di capitan Zanetti?
«Erano completamente diverse, io ero molto più sgraziato lui molto più elegante. Io mi buttavo sempre senza palla e lui con la palla, mi buttavo sempre dentro».

Si ringrazia Nicola Berti per la per la disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.

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