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Amadeus: «Io come Calhanoglu. Quando mi hanno detto che l’Inter perdeva con la Roma…»

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Il conduttore del Festival di Sanremo Amadeus, noto tifoso dell’Inter, dice la sua sulla stagione e sulla lotta scudetto con la Juve

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Amadeus, conduttore e direttore artistico del Festival di Sanremo appena concluso, ha fatto alcuni parallelismi tra il suo festival e la stagione dell’Inter, la sua squadra del cuore. Ecco la sua opinione sul cammino dei nerazzurri e sulla lotta scudetto con la Juve.

LA TENSIONE PER LA PARTITA CON LA JUVE – «Era vero, quella vittoria ha influito sul mio umore, ha dato il via a una settimana indimenticabile».

SE HO VISTO LA VITTORIA SULLA ROMA? – «Non ho potuto vederla, ero a teatro a provare le ultime rifiniture, mi giungevano messaggini con l’aggiornamento del risultato. A un certo punto arriva Pina, la sarta che mi veste anche ad “Affari tuoi”, romanista e mi fa: «Ti do una notizia: stiamo vincendo 2-1!». Che bel regalo che mi ha fatto, eh? Poi però torna e mi comunica la vittoria. È stato importante perché un bel risultato dell’Inter mi tiene sereno sul palcoscenico. Poi alle 5 di mattina ho visto gli highlights: la Roma è forte, soltanto se sei una grande squadra puoi batterla».

SULL’ESONERO DI MOURINHO – «Mi è dispiaciuto, ha dato una bella impronta alla Roma, la mia stima è immutata. Bravo anche De Rossi, solido e competente».

CHE EFFETO FA VEDERE LUKAKU DA AVVERSARIO? – «Non guardo indietro, sono felice per Thuram che dialoga benissimo con Lautaro, l’Inter è di chi la vuole. Thuram è la vera sorpresa perché oltre ai gol si è inserito subito nella manovra con talento. Mio figlio, che osserva il cacio estero, me lo aveva anticipato, ma non pensavo a questi livelli. Ringrazio Marotta, grande uomo di calcio, per il mercato e per aver pensato ad almeno due giocatori di qualità in ogni ruolo, la squadra è forte anche nei cambi. Vogliamo parlare di Pavard? Una forza della natura! E complimenti a Sommer, molti volevano tenere Onana, ma la scelta è stata giusta».

DOVE APPENDERÒ LA MAGLIA REGALATA DALL’INTER – «Con le maglie del Triplete di Milito, Eto’o e Julio Cesar».

COSA RISPONDO A CHI DICE CHE È L’ANNO DELL’INTER? – «Che è una grande gufata».

SE HO SENTITO INZAGHI? – «Prima del Festival, ho sempre creduto in lui sin dai tempi della Lazio perché è intelligente, sa assemblare bene i giocatori».

CREDERE NEI GIOVANI – «I giovani regalano energie nuove, è giusto scommettere su di loro, farli sentire liberi, non tanto puntare sulle “quote giovani” ma incentivare i meritevoli».

COSA TEMO DELLA JUVE – «Storicamente dobbiamo stare attenti ai bianconeri, tenerli lontano».

SUL MILAN – «È discontinuo, un’altalena di belle partite e difficoltà, ma il ritorno di Ibra e della sua mentalità è un bell valore aggiunto».

SU IBRAHIMOVIC A SANREMO – «A questo mio ultimo Festival ho “convocato” gli amici, da Gianni Morandi a Eros Ramazzotti, ho pensato anche a lui. Gli ho chiesto se gli faceva piacere seguire il Festival in prima fila e nel giro di 48 ore è arrivato. È un fuoriclasse anche nello spettacolo».

SUL MATCH CON L’ATLETICO MADRID – «L’Inter è determinata e può giocarsela con qualsiasi squadra, la finale dell’anno scorso ci ha trasmesso consapevolezza. L’Atletico ha la “garra” e i giocatori sono devoti a Simeone, ma l’Inter è più forte tecnicamente: sarà davvero una bella sfida».

LE MUTANDE NERAZZURRE AL FESTIVAL – «Certo – ride – ne ho comprate uno stock, non per scaramanzia, le indosso non solo durante il Festival, ma anche adesso! Ho anche il beauty nerazzurro…».

IL RUOLO IN CAMPO MIO E DI FIORELLO – «Io regista, lui va in gol: io Calhanoglu, lui Thuram».

COSA DESIDERO DOPO UNA SETTIMANA COSÌ PIENA? – «La seconda stella».

SE L’INTER FOSSE UNA CANZONE, QUALE SAREBBE? – «Ce ne sono tante… Forse “Vai!” di Alfa: vai verso la seconda stella, sarebbe magnifico».

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