Aldo Serena: «Inter, che segnale con la Lazio!» - ESCLUSIVA
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Aldo Serena: «L’Inter di Inzaghi simile a quella dei record, contro la Lazio ha mandato un segnale forte. Lautaro ha bisogno dell’aiuto dei compagni, vi spiego» – ESCLUSIVA

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Il messaggio alle rivali mandato dall’Inter dopo la vittoria con la Lazio e le ambizioni stagionali raccontati da Aldo Serena, in esclusiva a InterNews24

La prestazione maiuscola dell’Inter all’Olimpico contro la Lazio, il confronto con l’Inter dei record e il momento che sta attraversando Lautaro Martinez: questi e tanti altri temi sono stati trattati da Aldo Serena in esclusiva a InterNews24. L’ex attaccante nerazzurro, con 223 presenze e 78 reti realizzate con la maglia della beneamata, concorda con Marotta sulle ambizioni stagionali della squadra di Inzaghi.

Iniziamo dalla partita di ieri: un’Inter schiacciasassi si è imposta per 0 a 6 sulla Lazio. Che segnale ha mandato al campionato?
«Questo è un segnale forte, potente. Soprattutto a Napoli e Atalanta che sono le squadre che dovrebbero dare più difficoltà ai nerazzurri per arrivare al 21esimo scudetto. Credo che non ci sia stato più un altro 6 a 0 fuori casa dal 1989, quando l’Inter dei record a Bologna vinse 6 a 0 con un primo tempo abbastanza difficile, come quello di ieri all’Olimpico, e con la partita che venne sbloccata da un rigore calciato da Matthaus. Poi siamo andati in discesa e abbiamo vinto 6 a 0, con due gol miei. La partita di ieri mi è parsa la fotocopia di quella partita, me l’ha ricordata mentre la guardavo in televisione, non so se ci siano stati altri 6 a 0 fuori casa a dire la verità»

È proprio “l’Inter dei record” la squadra del passato a cui sembra assomigliare maggiormente quest’Inter di Inzaghi, anche per il gioco espresso e per la capacità realizzativa?
«Sì, soprattutto per la capacità di interpretare la gara. Ci sono momenti in cui bisogna soffrire e devo dire che la Lazio nella prima mezz’ora ha messo in difficoltà i nerazzurri, che si son difesi e hanno provato ripartire non con una grande lucidità. Sbloccata la partita sono andati a sbranare l’avversario con la capacità di aggredire gli spazi e di andare in contrattacco veloce che solo quest’Inter sa fare: non solo con gli attaccanti, ma anche con i centrocampisti e con gli esterni. Insomma, ieri sera si è vista un’Inter dilagante nel secondo tempo».

Lazio che, ricordiamo, aveva recentemente battuto ben due volte il Napoli (che nel frattempo ha perso anche Buongiorno per infortunio). Chi sono a detta sua le favorite allo scudetto?
«Il Napoli adesso ha avuto questo incidente contro la Lazio e qualche difficoltà, ma Conte ha la possibilità di allenare per tutta la settimana i suoi ragazzi senza le coppe, che portano via energie psico-fisiche notevoli. Quindi Napoli e Atalanta, perché la Dea è una realtà sfavillante del campionato italiano. Gasperini ha la capacità di mantenere la concentrazione e soprattutto i ritmi alti e intensi giocando ogni 3 giorni. Queste due squadre credo siano quelle che daranno filo da torcere fino alla fine, anche se poi ci sono realtà come la Lazio e la Fiorentina. Ci sarà la partita da recuperare proprio contro la Fiorentina, quella è una partita molto difficile perché la squadra Viola gioca un gran calcio. Invece Juventus e Milan sono attardate, sono alle prese con problemi sia in campo e per il Milan anche un po’ fuori, quindi credo che Atalanta e Napoli siano quelle più ostiche da qui alla fine».

Tantissimi i giocatori dell’Inter che ieri hanno brillato contro la Lazio? Dove si è decisa, a detta sua, la partita e quali sono i demeriti dei biancocelesti?
«Sugli esterni devo dire che Dumfries e Dimarco sono stati i giocatori che hanno surclassato in maniera vistosa i diretti avversari. Sugli esterni l’Inter è riuscita ad avere una superiorità notevole. Poi la partita si è divisa in due tronconi, uno prima del rigore e uno dopo. Fino a prima del rigore l’Inter, un po’ per scelta e un po’ per il ritmo dei laziali che pressavano alto e recuperavano palla con una decisione notevole… Poi dopo il rigore si sono ribilanciate le cose un po’ a favore dei nerazzurri quando, andando in svantaggio, la Lazio ha perso anche dal punto di vista psicologico, e non fisico».

In avanti l’unica nota leggermente negativa è quella relativa a Lautaro Martinez. Il capitano dell’Inter sta continuando col suo digiuno da gol anche se ieri all’Olimpico ha dato buoni segnali di ripresa dal punto di vista dell’atteggiamento e dell’aiuto alla squadra.
«Penso che lui sia un giocatore generoso, che ha la volontà e sa di attraversare un momento non semplice, non facile. Secondo me dovrebbero aiutarlo anche i suoi compagni, perché ha bisogno un po’ anche dell’aiuto degli altri per ritrovare il gol ed anche la sicurezza nelle giocate».

Marotta ha detto nel prepartita che l’Inter ha l’obbligo di ragionare sia sulla Champions League che sul campionato, puntando ad arrivare il più avanti possibile in tutte le competizioni. Secondo lei, a questo punto della stagione, sono degli obiettivi raggiungibili dai nerazzurri?
«Le stagioni del calcio moderno sono sempre con un punto di domanda. È vero che ci sono delle rose ampie e variegate, ma alcuni infortuni possono condizionarti la stagione in certi momenti. L’Inter ha una rosa ampia, Inzaghi sta lavorando bene nel mantenere l’attenzione e facendo giocare, anche con un minutaggio ridotto, tutta la rosa. Quando può riesce a coinvolgere tutti ed è molto saggio in questo. Le grandi squadre devono vivere con questi obiettivi, quindi quello di vincere tutte le partite e cercare di vincere tutti i trofei, non abbandonare anche un Coppa Italia che a volte può essere l’ancora di salvataggio per certe stagioni difficili. È giusto quello che ha detto Marotta».

Inzaghi sta gestendo in maniera meticolosa le energie della squadra, sorprendendo un po’ tutti per il turnover fatto in Champions, mentre in campionato quasi sempre si affida ai titolarissimi. Tra i calciatori meno impiegati ci sono sia Frattesi che Taremi. Pensa che riusciranno a trovare spazio e il modo di risultare decisivi nel proseguo della stagione?
«Taremi ha avuto le sue possibilità. C’erano aspettative abbastanza alte nei riguardi di questo giocatore che doveva un po’ mettere in difficoltà la titolarità di Lautaro e Thuram. Io non terrei sempre fissi questi due attaccanti come riferimenti, è giusto il turnover che fa Inzaghi. Taremi fino ad ora non ha ripagato la fiducia che il tecnico gli ha dato. Frattesi ha avuto qualche noia e qualche fastidio, non ha avuto per ora una stagione sfavillante anche per via di qualche problema fisico. È un giocatore che io vorrei sempre in una mia squadra, Spalletti gli dà la titolarità in Nazionale. È un giocatore che sa risolvere le partite da solo, un centrocampista incursore che ti toglie a volte le castagne dal fuoco. Io penso che Inzaghi gli darà la possibilità di mettersi in mostra anche a breve».

Nell’attacco nerazzurro c’è un calciatore che sta scalando, un po’ a sorpresa le gerarchie: si tratta di Correa. Partito ai margini, adesso è considerato da Inzaghi quasi la prima alternativa dalla panchina ai titolari: come giudica la gestione fatta da Inzaghi sull’argentino e quali caratteristiche può portare nell’attacco nerazzurro differenti rispetto ai compagni di reparto?
«Correa era un po’ la croce dei tifosi nerazzurri. Non aveva dato segnali positivi nelle sue apparizioni. Ultimamente, invece, ha fatto vedere la qualità che gli compete. Perché lui sotto al profilo tecnico ha una grande qualità, anche nel condurre la palla ad alte velocità. Deve dare continuità alle sue prestazioni anche se mi rendo conto che non sia facile giocare un quarto d’ora, poi giocare una partita dopo due relegato in panchina… Non è semplice per chi come lui è lì, sempre tra il campo e la panchina. Bisogna fare buon viso a cattiva sorte, lui è riuscito a riprendere un discorso di feeling con il pubblico con le belle giocate che ha fatto e deve continuare così».

Infine una considerazione sulla Nazionale. Spalletti ha dato una svolta all’Italia in Nations League dopo la delusione degli Europei: la partita contro la Germania deciderà in quale girone si piazzeranno gli azzurri nelle qualificazioni ai Mondiali. Quali sono le prospettive per questa nazionale?
«Quest’estate le prospettive era negativissime perché abbiam visto una Nazionale agli Europei essere allo sbando. È stato bravo Spalletti, contro anche tutte le aspettative, a rimanere in sella, a volere assolutamente ripartire di nuovo con la Nazionale. Questa è una Nazionale che ha un gioco brillante, che è sinergica e nella quale tutti faticano e tutti danno un contributo nella fase offensiva e difensiva. Insomma, ha intrapreso una strada che sembra quella giusta per fare bene».

Si ringrazia Aldo Serena per la disponibilità e la gentilezza mostrate in questa intervista.

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