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Agustina: «Lautaro? Quando perdeva non uscivamo per una settimana»

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Agustina Gandolfo, compagna di Lautaro Martinez, ha parlato del rapporto con il numero 10 dell’Inter

In un’intervista concessa al quotidiano La Nacion, la compagna di Lautaro Martinez, Agustina Gandolfo, ha svelato alcuni retroscena proprio sull’attaccante dell’Inter:

PREGIUDIZIO – «Anche se con Lauti siamo riservati e mostriamo poco della nostra vita personale, vorrei che si smettere di vedere la moglie di un calciatore come una mantenuta. È un’idea orribile, diffusa dall’ignoranza, e non sono per nulla d’accordo: prima di essere la moglie di un calciatore, sono una mamma, una lavoratrice, una studentessa».

BOTINERA (termine usato in Argentina per le mogli dei calciatori) – «Mi fa stare malissimo. È una parola che andrebbe eliminata dal linguaggio, ha una connotazione molto negativa. La compagna di un avvocato non ha una definizione, quindi perché noi dovremmo averla? Quando abbiamo iniziato a frequentarci, per me era strano camminare con Lautaro ed essere fermata per delle foto o per qualche commento sulla nostra relazione, poi mi sono abituata. Sono sempre la stessa ragazza che ha iniziato a lavorare a 18 anni, mentre lui è una persona normale, come tutti».

STAGIONE PASSATA – «Mi rende molto orgogliosa perché sono testimone del suo impegno, del suo sacrificio e della sua perseveranza. Arriva presto agli allenamenti, è molto attento ai pasti… Da fuori si vede la parte bella, ma dietro ci sono tanta fatica e impegno, ed è qui che ci siamo io e Nina, sostenendolo come un famiglia. Il mio ruolo, adesso, è fargli capire che può rilassarsi un po’. Prima perdeva una partita e per una settimana non andavamo a mangiare fuori».

PRO E CONTRO DEL CALCIATORE – «Il bello è l’affetto della gente. In campo, mi emoziona vedere come viene applaudito. La cosa brutta è ciò che accade con il successo per i giocatori: un giorno vengono messi su un piedistallo e il giorno dopo sono i peggiori del mondo. Questo mi dà molto fastidio».

RAPPORTO CON ALTRE MOGLI – «Quelle della Nazionale le ho conosciute quest’anno in Coppa America e con loro ho un buon rapporto, ma le mie amiche sono le ragazze italiane. Con loro condivido ogni giorno».

WANDA NARA – «Non mi considero un’amica, ma le sono molto grata perché era una di quelle che si univa al gruppo quando io non parlavo una parola di italiano. Se ho mai pensato di rappresentare Lautaro? No, mai. Rispetto quelli che fanno questo mestiere, ma non mi sento preparata, né mischierei il nostro rapporto con questo tipo di lavoro. L’unico motivo per cui lo farei è perché credo che nessuno si prenderebbe cura nel modo migliore della sua famiglia».

NAZIONALE – «Lauti è felice quando viene qui e, ora che è tutto aperto, ho deciso di accompagnarlo di più. Passa molto del suo tempo in ritiro, ma preferisco vederlo tre volte piuttosto che non vederlo per quindici giorni. Per me è un sollievo essere vicino a lui e alle nostre famiglie. Come vivo i suoi ritiri? Con stranezza e tanta voglia che lui stia a casa, a cambiare i pannolini come me. Seriamente, li vivo bene e con gioia, perché Lautaro ama giocare in Nazionale. L’unica cosa che invidio dei raduni è che lui può dormire e io no. Per lui devono essere come un ritiro spirituale».

COME LAUTARO L’HA CONQUISTATA – «Se io sono testarda, lui è tre volte più testardo. Il giorno che ci siamo incontrati, mi ha detto: “Vedrai che staremo insieme”, e ci è riuscito (ride, ndr). Oggi sono innamorata del suo essere padre e uomo di famiglia. È incredibile il modo in cui ci aiuta, come si prende cura di noi. Non sta molto tempo a casa, ma quando c’è la sua presenza si sente. Il suo ruolo di padre? Molto ossessivo (ride, ndr). In due minuti rimette in ordine l’intera stanza di Nina, a lei la cambia, la pettina e la profuma. La fa diventare una principessa».

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