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Verso Inter Liverpool: a cosa vanno incontro i nerazzurri?
L’Inter è tornata agli ottavi di finale di Champions League dopo 10 anni. Ad attenderli ci sarà una delle favorite, il Liverpool di Klopp
Una lunga attesa durata 10 anni, culminati con un clamoroso doppio sorteggio. Il ritorno dell’Inter tra le migliori 16 squadre d’Europa era un appuntamento tanto atteso e sperato dai tifosi – e dalla dirigenza – nerazzurra. L’urna di Nyon, però, non è certo stata benevola con gli uomini di Inzaghi.
Il club campione d’Italia, infatti, dovrà giocarsela con il Liverpool di Klopp, vincitore dell’edizione 2019 e una delle favorite – insieme al Bayern Monaco – per la vittoria finale. Sì, perché se i Reds dello scorso anno – colmi di infortuni e con calciatori nettamente al di sotto delle aspettative – erano una squadra molto più morbida, quelli di quest’anno sembrano essere tornati ai livelli di due anni fa.
La squadra di Klopp ha passato il girone con Atletico Madrid, Porto e Milan a punteggio pieno, realizzando 18 punti, segnando 17 gol e subendone solamente 6. Anche la corsa in campionato è decisamente positiva: dopo 18 partite il Liverpool è secondo a -3 dal Manchester City, ma ha il miglior attacco del campionato (50 gol) e una delle migliori difese (15 subite).
L’impresa sembra ai limiti dell’impossibile, ma già un ex conoscenza nerazzurra, Antonio Conte, ha dimostrato che questo Liverpool può essere fermato. Banale dire che servirà un’attenzione sopra la norma e che servirà essere al 100% per tutti i 180 minuti. La squadra di Klopp è ormai conosciuta da tempo per l’intensità che mettono nella gara. Pressing altissimo e asfissiante, costante ricerca del recupero palla e, una volta ottenuto il possesso, immediata verticalità alla ricerca del gol.
Inzaghi ha dimostrato in questa stagione di potersela giocare con chiunque. Anche con il Real Madrid i nerazzurri non hanno sfigurato, ma servirà sicuramente maggior cattiveria negli ultimi 20 metri e, soprattutto, una maggior copertura in difesa. Contro la squadra di Ancelotti Inzaghi ha optato per una linea difensiva alta, con i due braccetti a fare quasi gli esterni di centrocampo. Contro una squadra rapida come il Liverpool, invece, servirà un altro tipo di impostazione tattica.
E se questo vorrà dire andare contro il credo calcistico dell’ex tecnico della Lazio, così sia. L’Inter è cresciuta nell’ultimo anno, ed è evidente, ma non è a un livello tale da potersi permettere di giocare uomo su uomo contro una squadra che ha in rosa calciatori rapidi come Alexander-Arnold, Salah, Mané, Diogo Jota, ma anche Minamino e Robertson.
Ma quello che potrà far soffrire maggiormente l’Inter è l’altissima intensità dei ragazzi di Klopp. I nerazzurri sono una squadra che viaggia a ritmi alti, ma ancora troppo lontani da quelli degli inglesi. La mancanza di Barella, da questo punto di vista, è un enorme svantaggio. Nicolò è forse uno dei pochi calciatori in Italia che potrebbe giocare tranquillamente nel Liverpool proprio grazie alla sua dinamicità e al sua atletismo. Gagliardini e Vidal – probabili sostituti del sardo -, non potranno tenere il passo dei centrocampisti Reds.
L’Inter è attesa da una sfida decisamente ardua, ma non può di certo darsi per vinta. I punti deboli ci sono anche nel Liverpool e, anche se pochi, vanno sfruttati. Come ha dimostrato il Tottenham di Conte, anche i Reds lasciano spesso molto campo agli avversari che, se sfruttano bene le ripartenza, possono arrivare in porta in pochi passaggi. L’altro aspetto è legato alla superficialità che a volte la troppa confidenza dà ad alcuni giocatori. In particolare ai tre centrocampisti e ad Alisson, spesso protagonista di errori palla al piede.
Il concetto è banale, ma per riuscire a fare un’impresa storica, servirà un’Inter non ai limiti della perfezione, servirà un’Inter perfetta.