Hanno Detto
Chivu SPIEGA: «Così Thiago Motta ha conquistato la Juve. Ecco cosa ha imparato da Mourinho e sul mio futuro rispondo così»
L’ex allenatore dell’Inter Primavera, Cristian Chivu, ha parlato così dell’approdo di Thiago Motta sulla panchina della Juve
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport il giorno dopo l’annuncio di Zanchetta che ha preso il suo posto sulla panchina dell’Inter Primavera, Cristian Chivu torna a parlare dopo l’addio ai nerazzurri. L’ex difensore e attuale allenatore ha affrontato diversi temi della propria carriera e del prossimo campionato che dovrà affrontare l’Inter contro il suo ex compagno di squadra, Thiago Motta, che guiderà la Juve.
SU THIAGO MOTTA – «Abbiamo fatto il Supercorso a Coverciano insieme e ogni tanto lo sento, ci scriviamo per i complimenti. Dunque scrivo molto più spesso io a lui…».
L’ESPERIENZA ALL’INTER PRIMAVERA E IL MIO FUTURO – «L’Inter avrà la mia riconoscenza per sempre. Futuro? Aspetto qualcuno che creda in un allenatore giovane e ambizioso, pensando che possa lavorare non solo con i giovani».
LUI UN ESEMPIO DI GIOVANE ALLENATORE A CUI È STATA DATA FIDUCIA – «In Italia ha avuto subito una grande opportunità con il Genoa e l’ha sfruttata bene, come ha fatto poi anche con lo Spezia e il Bologna, trovando la dimensione giusta per portare le sue idee e la sua visione del calcio».
SE IMMAGINAVO CHE SAREBBE DIVENTATO ALLENATORE – «Vedevo un giocatore con le idee chiare nel capire la semplicità del calcio moderno. Nelle cose semplici trovava il modo giusto per fare cose concrete che servivano alla squadra. E mi chiedevo: come ha potuto il Barcellona rinunciare a uno così?».
LE SCUOLE AJAX E BARCELLONA UN AIUTO PER ALLENARE PER ENTRAMBI? – «Diciamo che veniamo da due realtà che credono in un’identità calcistica, in un processo di sviluppo del calcio».
COSA HA IMPARATO THIAGO MOTTA DA MOURINHO – «L’importanza della personalità e dell’autorità giusta per gestire un gruppo, uno spogliatoio».
COSA HA PORTATO DI NUOVO NEL BOLOGNA – «Un calcio moderno, soprattutto perché organizzato, e trasmesso in poco tempo ad una squadra anche giovane. Come? Trovando
una giusta misura fra la proposta dei suoi principi di gioco codificati e lo spazio per la responsabilità e le scelte dei giocatori. E’ così, dandogli fiducia, lasciandogli anche libertà, che ha convinto i suoi giocatori».
COMPRESSI ALLA JUVE A DISCAPITO DEL BEL GIOCO? – «Thiago sa cosa vuol dire vincere, prima da giocatore e poi da allenatore. E sa anche che i compromessi ha dovuto farli la Juve,
puntando sui giovani per rispettare certe esigenze finanziarie: quindi può essere perfetto. E uno così non penserà mai che il suo sia un salto troppo grande, o fatto troppo presto».
SE INSEGNERÀ LO STESSO CALCIO DI BOLOGNA? – «Stessa identità e concetti di gioco. Ma lui sa che un allenatore è bravo quando sa “leggere” bene le caratteristiche dei giocatori. E, se serve, adattarsi per sfruttarle al meglio».
L’IMPORTANZA DI CALAFIORI PER IL CALCIO DI MOTTA – «Credo che farà di tutto per averlo nella Juve: è decisivo soprattutto per certe rotazioni nell’impostazione dal basso».
CON THIAGO MOTTA LA JUVE PUÒ RIDURRE IL GAP CON L’INTER? – «La Juve sta facendo cose importanti per vedere se è possibile. L’Inter è davanti a tutte, non sarà facile, però la Juve mi sembra l’unica che prova davvero ad avvicinarsi. Almeno per ora».