Hanno Detto
Sommer rivela: «Orgoglioso di essere gentile, ecco cosa avrei fatto se non avessi sfondato nel calcio»
Yann Sommer, portiere dell’Inter pronto a disputare Euro 2024 con la sua Svizzera, ha svelato alcuni aspetti della sua vita privata
Yann Sommer ha rilasciato una lunga intervista a SRF in cui ha svelato alcuni aspetti della sua vita privata che probabilmente non sono così ai tifosi dell’Inter. Ecco che cosa ha rivelato il portiere svizzero.
LEZIONI DI CANTO E CHITARRA – «Prima di tutto mi piace imparare cose nuove, scoprire cosa posso fare con la mia voce. Ed è stata anche un’occasione per uscire dal mondo del calcio e incontrare nuove persone con un background diverso»
ESIBIRSI LIVE – «Negli ultimi mesi ho perso un po’ il ritmo, non ho più un insegnante di chitarra a Milano e devo prima tornare a far pratica. Fondamentalmente mi piace molto fare musica, allora perché no?»
ITALIANO – «Non sono ancora completamente soddisfatto del mio italiano, ma lo capisco in gran parte. Era chiaro che dovessi imparare la lingua perché molte persone nel club parlano italiano. Ed è semplicemente bello poter parlare con la gente del posto. Il mio vantaggio è che a scuola ero già bravo nelle lingue, a differenza dell’aritmetica»
CUCINA ITALIANA – «Un sogno (ride, ndr). Ciò che amo della cucina in Italia è che non importa dove tu vada, anche nel ristorante più piccolo, il cibo viene celebrato»
ESSERE GENTILI – «Essere gentile e amichevole è qualcosa di positivo per me, rimarrò sempre così. Non fingo, ma ovviamente sono un po’ più aperto e rilassato nella mia vita privata. Se sono influenzato dai commenti negativi a riguardo? Quando sei nel business del calcio e sei sotto gli occhi del pubblico, non è così facile mantenere quella gentilezza e apertura. Ecco perché ne sono piuttosto orgoglioso»
MENTAL COACH – «Non è stata un’esperienza negativa. I miei genitori pensavano che potesse essere importante per me come portiere. Nella selezione regionale della Svizzera ho avuto un formatore che è uno psicologo e che mi sostiene mentalmente da oltre dieci anni. Questo aiuta a concentrarsi e a staccare la spina»
PIANO B AL CALCIO – «Quando avevo 17 anni, ho dovuto affrontare una decisione difficile. Ero nel bel mezzo della business school e mi mancavano ancora due anni. A quel punto avrei dovuto essere ceduto in prestito al Vaduz e per farlo ho dovuto abbandonare la scuola. Fortunatamente, ho avuto un ottimo preside che mi ha detto che avrei potuto tornare se non avesse funzionato. Questo mi ha dato molta fiducia nel fare il passo»