Papà Inzaghi racconta Simone: «Eriksen sarebbe stato il suo perno. La telefonata con Lukaku...» - Inter News 24
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Papà Inzaghi racconta Simone: «Eriksen sarebbe stato il suo perno. La telefonata con Lukaku…»

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Giancarlo Inzaghi, papà di Simone e Filippo, ha raccontato retroscena e aneddoti del tecnico dell’Inter: le sue parole

Giancarlo Inzaghi, papà di Simone e Filippo, ha raccontato in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport aspetti e retroscena legati alla vita del tecnico dell’Inter.

CAMBIAMENTO – «Conosceva tutti alla Lazio, quella era casa sua. Però ha capito che era arrivato il momento di staccarsi e all’Inter si è subito inserito bene. Mi dice che è contento, che i dirigenti sono molto bravi, che hanno saputo reagire benissimo alla cessione di Lukaku e alle difficoltà economiche».

TELEFONATA CON LUKAKU – «Il giorno della svolta, Mone era a Milano Marittima. Squilla il telefono e sul display appare il nome del belga. “So già cosa mi vuoi dire”. Lukaku gli ha ribadito che nei pochi allenamenti fatti insieme si era trovato benissimo con lui, ma che non poteva fare altrimenti. Mio figlio ha provato a convincerlo: “Qui sei il re, a Londra sarà diverso”. Ma non aveva chance. È stata una cessione pesante, “come perdere tre giocatori in un colpo solo”, mi ha detto. Però poi ha responsabilizzato gli altri, spronandoli a far vedere che sono forti e competitivi anche senza Lukaku».

DZEKO – «Appena è arrivato ad Appiano, Mone gli ha detto: “Era l’ora che giocassi con me, nei derby mi hai sempre dato molto fastidio”. È il suo modo di vivere il gruppo: battute, ma anche severità. Nello spogliatoio della Lazio sa quante volte sono volate le bottigliette? Una volta Hoedt lo fece arrabbiare e mio figlio fu durissimo. Il lunedì seguente il difensore gli chiese un colloquio per scusarsi, ma Mone gli disse che gli avrebbe parlato solo il venerdì pomeriggio: l’ha lasciato quattro giorni a macerare».

ERIKSEN – «È dispiaciutissimo per i suoi problemi di salute, anche perché ne avrebbe fatto il perno della squadra. Mone stravede per lui, speriamo possa risolvere tutto e tornare a giocare».

CORREA – «Non l’ha voluto perché lo conosce, ma perché lo considera fortissimo e in grado di fare la differenza giocando in coppia con qualunque altro attaccante».

INTER – «Dorme un po’ meno adesso, me lo dice anche la moglie Gaia. Però si dedica sempre tantissimo ai figli: Andrea, il piccolino, ha cominciato a camminare. Abita in centro, una casa bellissima vicino al Bosco Verticale. Ogni tanto dà un passaggio a Marotta verso Appiano e nel tragitto ne approfitta per segnalargli qualche giocatore. Non si sa mai…».

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