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Lukaku, fischi e indifferenza: i due volti dell’Inter contro la Roma
In occasione di Inter-Roma, tutti gli occhi erano su Lukaku, grande ex della sfida: i due volti nerazzurri hanno avuto la meglio
Romelu Lukaku è soltanto un vecchio ricordo per l’Inter. All’indomani della supersfida vinta dai nerazzurri a San Siro, lo si può dire davvero. Prova superata da parte dei tifosi della benamata sugli spalti, così come dai giocatori sul campo. Due volti e due atteggiamenti nei confronti del belga totalmente opposti, ma entrambi vincenti. L‘1 a 0 firmato da Marcus Thuram è la naturale conseguenza del giusto atteggiamento assunto dall’Inter tutta. In primis la scelta di non organizzare la conferenza stampa di Simone Inzaghi alla vigilia, per permettere ai calciatori di concentrarsi esclusivamente sul campo e per non alimentare ulteriormente quel clima di ostilità che inevitabilmente avrebbe aspettato Big Rom al suo ritorno a San Siro da avversario e “traditore della patria”.
I FISCHI DI SAN SIRO PER LUKAKU
Nei giorni e nelle settimane precedenti alla partita si è parlato molto, forse troppo, dell’accoglienza che avrebbe rivolto il popolo interista a Romelu Lukaku. Fischietti sì, fischietti no. Alla fine, in un modo o nell’altro, nonostante i maggiori controlli all’ingresso dello stadio e nonostante il divieto da parte del questore, i tifosi nerazzurri hanno potuto manifestare tutto il proprio disappunto nei confronti di un calciatore che ha tradito i colori del club dopo aver giurato amore eterno. Lo hanno fatto nel miglior modo possibile, senza sfociare in insulti eccessivi o nel razzismo. I 75.573 del Meazza hanno fatto capire al belga fin dal suo ingresso in campo per il riscaldamento, il clima che tirava. Fischi assordanti ed il coro “Lukaku uomo di merda”. Il messaggio da recapitare al numero 90 giallorosso era chiaro e semplice: «Milano non è più la tua città». Ed è arrivato forte e chiaro. Ogni suo tocco di palla è stato accompagnato dalla colonna sonora dei fischietti. La squadra di Mourinho non crea praticamente nulla (eccetto un tiro di testa di Cristante), così Lukaku da protagonista annunciato della partita, finisce per diventarne una comparsa.
L’INDIFFERENZA DEGLI EX COMPAGNI
All’atteggiamento del pubblico di San Siro si è contrapposto quello dei calciatori nerazzurri, i quali nei giorni precedenti hanno preferito mantenere il silenzio, concentrandosi esclusivamente sul campo. Al momento dello scambio di saluti tra le due squadre, poi, è regnata l’indifferenza. Sguardi gelidi, altri di sfida. Lukaku prova a tendere la mano timidamente ai propri ex compagni, dopo averli trattati male in estate. L’assenza al matrimonio di Dimarco, il telefono spento nei giorni di trattativa con la Juve e nessuna risposta alle loro chiamate ed ai loro messaggi. Rapporti deteriorati, che andavano oltre il campo. Amicizie letteralmente tradite. È così che Lautaro Martinez, insignito della fascia di capitano pochi mesi dopo l’addio del suo vecchio partner d’attacco, gli dà la mano senza nemmeno guardarlo in faccia, rifiutando poi il tentativo di abbraccio del belga. Stesso atteggiamento assunto dal blocco italiano, quello composto da Barella, Bastoni e Dimarco. Acerbi, invece, lo sguardo di Lukaku lo ha cercato dopo il saluto. Uno sguardo feroce e di sfida, quella che ci sarebbe stata pochi secondi dopo sul terreno di gioco. Risultato? L’ex Lazio annulla l’attaccante giallorosso non facendolo mai entrare in partita.
L’IRONIA DELLA SORTE
A decidere la partita è stato Marcus Thuram. Ironia della sorte, proprio colui che ha preso il posto in corso d’opera di Big Rom nell’attacco dell’Inter, proprio al fianco di Lautaro dove sembra stare incredibilmente bene. I due si trovano alla meraviglia da inizio stagione, sono tra gli attacchi più prolifici d’Europa e hanno già trovato l’affiatamento e l’intesa tale da far sì che stampa e tifosi abbiano coniato il nuovo termine per etichettarli: è nata la “Thu-La“. Il nuovo numero 9 nerazzurro è il migliore in campo, salta gli avversari come birilli e realizza un gol che vale molto anche in termini di classifica. Controsorpasso sui rivali della Juve e primato in classifica, maggiormente consolidato dopo il pari tra Napoli e Milan. Al termine del match è l’ora di allentare la pressione e scatenarsi nei festeggiamenti. Lukaku è lì, a centrocampo, ma nessuno si avvicina a lui per salutarlo. Lautaro si gira dall’altra parte: c’è il suo popolo, la Curva Nord, che intona a squarciagola il coro dedicato al suo nuovo partner d’attacco: «Siam venuti fin qua per vedere segnare Thuram!». Il francese, visibilmente emozionato, si gode l’abbraccio dei propri tifosi e riceve quello fisico del suo capitano. I due si aggregano al coro e il sipario sul match di San Siro si può definitivamente chiudere. “Il traditore della patria” è davvero solo un ricordo.