Hanno Detto
Inter, Marotta: «Lautaro? Il matrimonio può continuare a lungo. Sulle scommesse dico questo»
L’ad dell’Inter Beppe Marotta ha rilasciato una lunga intervista in cui tocca gli argomenti più caldi sul tavolo nerazzurro
Sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, l’ad dell’Inter Beppe Marotta concede un’intervista a 360° in cui dice la sua sul rinnovo di Lautaro, il caso scommesse e altri temi molto caldi al momento.
PARTENZA DELLA STAGIONE- «È stato l’anno del maggiore cambiamento della rosa, sono arrivati 12 giocatori nuovi. Nonostante questo, giudico il nostro avvio molto positivo»
JUVE FAVORITA – «Ho vinto il mio primo scudetto a Torino con Antonio Conte senza impegni europei. L’esperienza mi dice che poter pianificare la stagione solo con campionato e la Coppa Italia è un vantaggio. Ecco perché dico che la Juventus è la favorita per lo scudetto».
SASSUOLO E BOLOGNA– «Circostanze sfavorevoli. E certo, alla base ci sono stati anche degli errori. Ma non credo che ci sia stato un rilassamento dopo il 5-1 del derby. Piuttosto, dobbiamo allenarci a combattere i cali di tensione e la stanchezza mentale»
TORINO, SALISBURGO E ROMA, L’INTER E’ PRONTA?– «Deve esserlo. Con Piero Ausilio abbiamo allestito una rosa in grado di rispondere a queste sollecitazioni»
INTER PIU’ COMPLETA DI SEMPRE? – «Sicuramente sì. È la più omogenea, ci sentiamo garantiti in tutti i ruoli»
ATTACCO- «Se guardiamo i numeri, il reparto ha funzionato alla grande: non c’è stata neppure una partita in cui siamo rimasti a secco. Piuttosto, abbiamo incassato gol evitabili. E lo scudetto si vince con la migliore difesa»
CAMBIAMENTI– «Rispondo così. Ridimensionare i costi è uno degli obiettivi, ma la competitività non deve mai abbassarsi. Mi spiego meglio: i calciatori importanti per forza di cose sono accompagnati da ingaggi importanti.
Più che la riduzione dei costi, allora, mi interessa che siano valorizzate al massimo le risorse. Se sei in un grande club, un club che vuole vincere, il monte ingaggi non potrà mai scendere sotto una certa cifra»
LAUTARO
«È giusto che la società faccia attenzione alle situazioni dei propri giocatori: da una parte si tutela l’asset, dall’altra si rafforza il senso di appartenenza. Lautaro non è come Skriniar: se manifesta la volontà di allungare, che corrisponde anche alla nostra, vuol dire che siamo sulla strada giusta e il matrimonio può continuare a lungo.
Avere calciatori fidelizzati è un valore aggiunto: se manca il senso di appartenenza, un giocatore non capisce neppure cosa vuol dire giocare o vincere un derby. Il massimo, per una società, è avere un calciatore che rinuncia ad andare in squadre più importanti pur di rimanere legato al suo club».
GIOCATORE PIUì FORTE DEL CAMPIONATO? – «Sì, in questo momento nessuno è come lui»
COS’E’ LUKAKU?- «È il passato, Lukaku è il passato. Non c’è una componente societaria che ancora pensi a lui. Nessuno, dico nessuno. Poi, da uomo di calcio, sono dinamiche che devi mettere in preventivo, non è mica la prima volta che mi capita…»
SKRINIAR-
«Quello di un giocatore che ha fatto finta di voler rinnovare e poi in realtà pensava altro…ovvero Skriniar. Ho provato un forte sentimento di delusione. Perché quando un giocatore non rinnova, non va contro la classe dirigenziale o contro il presidente, ma va proprio contro la storia e il valore del club.
Ha fatto un torto all’Inter, non alle persone. Avrebbe potuto rinnovare, gli abbiamo proposto tante soluzioni del genere, anche quella di fissare una clausola rescissoria che tutelasse sia lui sia le esigenze dell’Inter. Ma ha sempre detto no»
BUDGET SPOSTATO DALL’ATTACCO ALLA DIFESA- «Perché nel frattempo si era creata l’opportunità di prendere un profilo di giocatore importante per il presente e il futuro. Pavard ha un valore patrimoniale forte indipendentemente dal ruolo»
THURAM RICORDA SUO PADRE?- «Umiltà, coraggio, perseveranza: Marcus ha gli stessi valori di Lilian, valori che sono alla base del successo personale»
UN’ALTRA FINALE DI CHAMPIONS?– «Sì, ci credo. Perché a differenza dello scudetto, dove vince sempre il più forte, la Champions è un po’ come la Milano-Sanremo nel ciclismo: contano anche le circostanze favorevoli».
INZAGHI-
«Il suo bilancio è molto positivo, la società è molto contenta di lui. È arrivato all’Inter con una sola esperienza alle spalle da tecnico, nella Lazio. È giovane, rispetto alla media degli allenatori del nostro campionato, dunque può consolidarsi. È diverso dagli altri tecnici che ho avuto in passato, come è giusto che sia: lui è per un calcio aperto, spettacolare, che fa divertire. Poi siamo l’Inter: lo spettacolo deve coniugarsi con le vittorie, altrimenti giocare bene non serve a nulla»
A GENNAIO SI FARA’ MERCATO?- «Non credo. Però siamo l’Inter e siamo sempre attenti a ogni situazione. E ci tengo a dire una cosa: prima i giocatori erano restii ad accettare I’Inter, adesso in tanti vogliono venire, la scorsa estate abbiamo dovuto dire parecchi no. Thuram, Sommer e Pavard ci hanno scelto, vuol dire che l’Inter è considerata credibile»
EQUILIBRIO TRA ENTRATE E USCITE– «L’Inter è oggi un modello di sostenibilità. È inammissibile che una proprietà debba continuamente immettere soldi, la famiglia Zhang lo ha fatto per circa 900 milioni di euro. Noi come management abbiamo un vantaggio, la possibilità di lavorare con tranquillità: questo a Zhang va riconosciuto.
Ma non c’è un club che oggi possa fare a meno del player trading. Un giocatore di peso all’anno va venduto, questo il tifoso deve capirlo. E più che di perdere un calciatore, deve preoccuparsi che la propria squadra abbia vita perenne, garantendosi il presente e il futuro»
MERCATO CON GLI ALGORITMI- «L’innovazione ti obbliga ad aprire la mente, si sta facendo largo ovunque l’idea dell’intelligenza artificiale. Ma alla base di tutto ci sarà sempre il fattore umano. La scienza non si può sostituire all’uomo»
CASO SCOMMESSE–
«Sono molto dispiaciuto di quel che sta succedendo. Ma la classe dirigenziale, le società e le istituzioni fanno troppo poco per acculturare i nostri giovani, che sono i calciatori del domani. Non è ammissibile che ancora oggi si debba convivere con un fenomeno del genere»
DIFFERENZA CON LO SCANDALO DEGLI ANNI ’80 – «I social, che mettono i ragazzi più facilmente in contatto con realtà di ogni genere. Ma c’è anche un minimo comune denominatore: i giocatori hanno tanto tempo libero a disposizione, tempo che impiegano male»
DOVE SARA’ L’INTER ALLA PROSSIMA SOSTA?- «Non lo so. Ma oggi è meglio essere cacciatori che lepri. Tatticamente, preferisco così».